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Comitato Quartiere di Santa Maria: ” Le accuse di Confcommercio al Sindaco sono sproporzionate ed inaccettabili”

PISA – Il Comitato dei residenti del Quartiere di Santa Maria ritiene sproporzionata ed inaccettabile la presa di posizione di Confcommercio di Pisa, nella persona del
direttore provinciale Federico Pieragnoli, che ha criticato l’intenzione del Comune di
Pisa
di disciplinare, con una azione unilaterale, gli spazi esterni degli esercizi
commerciali riducendo i manufatti e i dehors che occupano i suoli pubblici.

Si apprende che erano in corso da almeno tre mesi interlocuzioni con il Sindaco
Michele Conti “per elaborare insieme un nuovo regolamento”. Come al solito, si
parte da una posizione privilegiata per gli esercenti di attività economiche, che tra
l’altro hanno esponenti della loro parte in Giunta ed addirittura una lista
fiancheggiatrice. Per i cittadini residenti non c’è parità di trattamento, solo saltuari incontri, mentre la ripetute richieste di aprire un tavolo di trattativa sulle regole della ZTL non hanno ricevuto accoglimento. Nel frattempo la richiesta dei Comitati cittadini al Comune di dar vita ad organismi permanenti di partecipazione rappresentativi del territorio è fallita. Si registrano fenomeni che contrastano con la necessità di tutelare anzitutto i residenti e si dà credito ad una associazione di categoria che per bocca di un suo dirigente ritiene addirittura che “il Comune ha deciso di usare l’arbitrio e il muro
contro muro, e non il buonsenso e la collaborazione, che tutti noi auspichiamo, se
ha deciso di dichiarare guerra ai locali e alle attività della città, sappia che ci troverà
pronti alla difesa, con la stessa prontezza di un Zelensky contro Putin”. Sono parole
gravissime con un paragone assurdo ed offensivo sia del Sindaco sia del popolo
Ucraino.

Confcommercio opera da una sede collocata in un luogo periferico cittadino.
Probabilmente non ha quindi testimonianza diretta di quanto accade nel centro
storico, dove continua quotidianamente il conflitto tra commercianti e cittadini
sull’occupazione del suolo pubblico, disciplinato da specifiche regole, spesso non
rispettate e che invece dovrebbero essere vincolanti.

In particolare, i residenti hanno più volte espresso la necessità di eliminare
l’esposizione di merci e di insegne anche sui marciapiedi, all’esterno degli esercizi
commerciali, non solo per motivi di decoro, ma soprattutto perché ostacolano il
passaggio dei pedoni e restringono la carreggiata, come in via dei Mille, con pericoli
per la pubblica incolumità. Si è richiesto quindi l’intervento della Polizia annonaria
nel reprimere gli abusi, che deve essere continuo e non eccezionale. Forse il Sindaco
ha ora preso un decisione in merito. L’Area pedonale Duomo resta comunque una giungla di insediamenti provvisori, dove paradossalmente passano in mezzo ai pedoni le carrozze, gli NCC, i monopattini e i risciò, ma non riescono a transitare le ambulanze ed altri mezzi di soccorso come i Vigili del Fuoco. La segnaletica orizzontale non è stata ripristinata in Via Santa Maria dopo l’asfaltatura del Giro d’Italia, e ciò contribuisce al mancato rispetto degli spazi assegnati. Il controllo della regolare occupazione degli spazi gialli riservati ai residenti è praticamente assente. Trascuriamo le altre criticità del quartiere, legate alla movida, allo spaccio di droga, ai furti, ai danneggiamenti e al degrado urbano. Mancano mezzi pubblici di collegamento e parcheggi sufficienti per i residenti, mentre vengono concessi ai clienti degli alberghi e dei B&B. Si assiste ad una invasione quotidiana dei mezzi di rifornimento, senza limiti orari. Le principali via di accesso alla Piazza del Duomo, patrimonio Unesco della Umanità, non consentono la vista dei monumenti. Non parliamo dell’assenza di scuole per l’infanzia e di agevolazioni economiche per favorire la permanenza di giovani coppie. Una situazione, questa, che rende invivibile la permanenza nel quartiere, che si sta spopolando. I residenti sono “Indiani” dentro una riserva, una specie che molti si augurano giunga ad estinzione per occupare gli spazi resi disponibili, in modo da trasformare Pisa in una città fantasma o un centro turistico permanente. Sicuramente è l’auspicio anche della Confcommercio di Pisa, che non si è degnata nemmeno di menzionare coloro che vivono stabilmente nel centro storico e cita a caso delle città d’arte dove, se esistono accordi, questi vengono presi tenendo conto delle esigenze di tutta la cittadinanza.
Per ora si parla solo di overtourism e dello sfruttamento economico violato.
Il Comitato comunque incontrerà a breve gli aderenti per fare una riflessione ed
avanzare proposte al Comune, con una eroica resistenza.

Last modified: Giugno 17, 2025
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