PISA – Il 18 aprile 1955 a 76 anni muore a Princeton (USA) Albert Einstein.
di Leonardo Miraglia
La comunità terrestre perde una delle menti più profonde di sempre, l’umanità da allora può annoverare nella sua hall of fame l’uomo della relatività generale, colui che ha scoperchiato il vaso di Pandora della fisica moderna e ha messo sul piatto i buchi neri, lo spaziotempo, la quarta dimensione e via dicendo.
Einstein scienziato sfrutta regole e principi indiscutibili e manovra assiomi che reggono le funi del mondo e lo imbrigliano in teorie inconfutabili, ma non è tutto qui. Perché Einstein uomo asserisce che Dio non giochi ai dadi e quindi che la nostra esistenza sia regolata da un essere superiore che non si affida alla sorte per decidere come operare e questo depone a favore dell’uomo Einstein che ammette l’esistenza di un’entità più alta e fuori dalle regole, fuori dalla fisica terrestre ma anche universale.
Dio non gioca a dadi, ma forse gioca comunque, magari usando altri strumenti che non sono legati a doppio filo al fato, e probabilmente è un grande interprete dei giochi di ruolo dove le regole vengono create dallo svolgersi delle storie e non da due cubetti pluripuntati e molto probabilmente in un team di giocatori di ruolo è il master, è Dio appunto ma un Master/Dio che non utilizza la fortuna per decidere il destino dei propri giocatori ma basa le sue scelte sulla fisica e sulla filosofia.
I dadi lasciamoli al Monopoli, dove oltre che girare in tondo fino a perdere la testa niente altro succede.
Invece noi, che pendiamo dalle labbra dell’oracolo, raccogliamo con entusiasmo il precetto della mattina di oggi che ci invita a non essere mai tranchant, non dividere “cataramente” il bianco dal nero e non essere troppo dicotomici nella gestione della nostra vita, lasciamo da parte i dadi e prendiamo il fato fra le mani.