PISA- Un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista PLOS One rivela che molti Rotoli del Mar Morto sono più antichi di quanto si pensasse, risalendo in alcuni casi allo stesso periodo in cui sarebbero vissuti gli autori anonimi dei testi biblici. Alla ricerca ha partecipato anche l’Università di Pisa, insieme agli atenei di Groningen e della Southern Denmark, nell’ambito del progetto europeo ERC “Le mani che scrissero la Bibbia”.
La novità del lavoro risiede nella combinazione tra datazione al radiocarbonio e intelligenza artificiale, che ha permesso di affinare la cronologia dei manoscritti. In particolare, lo studio ha dimostrato che numerosi rotoli attribuiti alla scrittura asmonea o erodiana sono più antichi di quanto ritenuto, anticipando di decenni la loro datazione.
Due frammenti – 4QDanielc e 4QQoheleta – relativi ai libri di Daniele e dell’Ecclesiaste, risultano risalire rispettivamente al II e al III secolo a.C., ovvero al periodo ipotetico della stesura originaria dei testi biblici. È la prima volta che si può associare in modo così preciso un manoscritto biblico all’epoca del suo autore.
Il team pisano, composto dalle professoresse Ilaria Degano, Maria Perla Colombini e dal dottor Jacopo La Nasa del Dipartimento di Chimica, ha sviluppato un protocollo innovativo per la rimozione di contaminanti dai frammenti, in particolare residui di vecchi restauri, fondamentali per non compromettere l’accuratezza delle analisi.
«Abbiamo messo a punto un metodo delicato ma efficace per pulire i campioni senza danneggiarli», spiega la professoressa Degano. «Questa tecnica potrà essere usata anche per altri manoscritti antichi».
I dati così ottenuti sono stati utilizzati per addestrare Enoch, un modello predittivo sviluppato a Groningen basato sul machine learning, capace di stimare l’età dei manoscritti analizzando tratti di scrittura e inchiostro. L’algoritmo ha raggiunto un margine di errore inferiore a ±30 anni, migliorando la precisione delle stesse tecniche radiometriche.
Lo studio rappresenta un importante passo avanti per la ricerca sulle origini della Bibbia, aprendo nuove prospettive su come e quando furono scritti alcuni dei suoi testi più antichi.
