PISA – “Leggiamo l’ennesimo attacco ideologico al comparto della difesa, stavolta travestito da denuncia “legalitaria” contro l’appalto per un hangar militare a Pisa. Si parla di “deregolamentazione selvaggia” e “zona franca militare”, quando in realtà ci troviamo di fronte a una sospensione cautelare da parte del TAR per verificare la posizione di una delle imprese“, affermano Elena Del Rosso e Maurizio Nerini (FdI Pisa)
“È un atto tecnico, non una sentenza definitiva, ma viene strumentalizzato per attaccare l’intero sistema militare italiano. L’accusa è chiara: mentre “aumentano i fondi per la guerra”, si tagliano quelli per il welfare. Una contrapposizione falsa e pretestuosa. In un contesto internazionale segnato da instabilità e minacce reali, l’Italia – come ogni Paese NATO – ha il dovere di investire nella sicurezza. Difendere il territorio nazionale non è una scelta ideologica, ma una necessità. I bilanci pubblici, inoltre, non sono vasi comunicanti: le risorse per la difesa non tolgono automaticamente fondi al welfare, sono componenti complementari, come abbiamo avuto modo di vedere proprio in questi giorni con le operazioni di ponte aereo in aiuto alle popolazione afflitte dalla guerra. Sostenere che ogni appalto militare sia un favore alle lobby o un attacco alla trasparenza è una semplificazione grave. E fa comodo parlare di legalità solo quando serve a indebolire lo Stato, salvo poi invocare “disobbedienza” e “resistenza” appena si toccano le proprie convinzioni. Questa non è analisi critica, ma attivismo mascherato. L’infrastruttura militare non è un lusso né una minaccia. Il vero rischio è lasciare che a dominare il dibattito siano sempre e solo narrazioni ideologiche, incapaci di distinguere tra diritto di critica e sistematica delegittimazione delle istituzioni“, concludono Del Rosso e Nerini.
Last modified: Agosto 22, 2025