Written by 11:56 am Pisa, Politica

Bruni (PD): “La fine della SdS è una scelta della destra pisana: ora spieghino cosa accadrà ai servizi”

PISA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Consigliere Comunale Enrico Bruni (PD) sulla liquidazione della Società della Salute della Zona Pisana.

Con il voto espresso ieri a Cascina, l’assemblea dei soci ha ufficialmente avviato il processo di liquidazione della Società della Salute della Zona Pisana. Una decisione che sancisce la fine di un’esperienza ventennale di integrazione tra sociale e sanitario, tra Comuni, Asl e Terzo Settore. Un modello – pur con i suoi limiti – che ha rappresentato l’infrastruttura portante del welfare territoriale.

Il dato più preoccupante è rappresentato dalla posizione del Comune di Pisa: dopo aver spinto con forza per la rottura, ha deciso di non partecipare nemmeno al voto finale, sottraendosi fino all’ultimo alle proprie responsabilità. Un’assenza che appare come una fuga, dopo mesi di attacchi, delegittimazioni e forzature procedurali, senza che siano mai state presentate proposte alternative concrete, né un piano pubblico per la gestione futura dei servizi socioassistenziali.

La verità è che la crisi della SdS è stata deliberatamente costruita. Il Sindaco Conti e la sua Giunta hanno perseguito, con coerenza e determinazione, una strategia di smantellamento, sostenuta da motivi politici, non tecnici. A dimostrarlo è il comportamento degli altri Comuni della zona, di ogni orientamento politico, che hanno scelto di cercare soluzioni anziché alimentare rotture.

A oggi nessuno è in grado di dire con chiarezza cosa accadrà: non esiste una regia comunale per il futuro dei servizi, non c’è un piano operativo, né una struttura amministrativa in grado di assumersi la gestione delle funzioni socioassistenziali. Il rischio concreto è che le cittadine e i cittadini più fragili restino privi di risposte proprio nei servizi più delicati.

Destano particolare preoccupazione l’assenza di prospettive su ambiti fondamentali come l’integrazione sociosanitaria, il sostegno alla domiciliarità, il lavoro con le fragilità, la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere: ambiti nei quali la rete costruita intorno alla SdS aveva garantito risposte stabili e professionali, anche grazie alla sinergia con il Terzo Settore.

Come Partito Democratico, continueremo a opporci politicamente e istituzionalmente a questa scelta, per impedire che venga cancellato nel silenzio il lavoro di anni, costruito collettivamente e al servizio delle persone. Chiediamo trasparenza, responsabilità e ascolto, anche verso quelle realtà – come il Terzo Settore – che hanno chiesto con forza di essere coinvolte in decisioni che riguardano il futuro dei servizi di welfare.

Questa conclusione non era inevitabile: è stata scelta consapevolmente. E chi ha contribuito a determinarla ha ora il dovere di spiegare con quali strumenti e con quali risorse intende sostituire ciò che ha voluto smantellare.

Perché non c’è riforma senza un progetto, non c’è cambiamento senza confronto e non può esserci tutela dei cittadini senza una piena assunzione di responsabilità politica.

Last modified: Luglio 30, 2025
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