ITALIA (lunedì 15 aprile 2024) — Il tempo, solitamente, si misura su una potenziale scala orizzontale ma da che parte viene e dove si indirizza? Proviene da sinistra e va verso destra, o al rovescio?
Dov’è il futuro? Da dove proveniamo dal passato?
di Leonardo Miraglia
Quando si guarda di fronte a noi, ossia verso il futuro che ci attende e che quindi inevitabilmente è davanti a noi, qual è la direzione in cui volgiamo lo sguardo? Est o ovest? Sinistra o destra?
Oppure il futuro è a nord ed il passato a sud?
Forse è meglio, semplicemente, dire che il futuro è di fronte a noi ed il passato è dietro di noi.
Ma se dovessimo immaginarci lo scorrere del tempo come il passare costante di numeri sempre maggiori da che parte dovrebbero provenire e dove dovrebbero andare?
Noi facciamo scorrere la lettura da sinistra a destra e quindi anche i numeri, che sono elementi semantici, vengono letti da sinistra a destra quando la scala è crescente; ma nel mondo arabo la direzione della scrittura e conseguentemente della lettura va esattamente al contrario e perciò il futuro mediorientale si pone dove noi lasciamo il passato; addirittura nell’oriente estremo il senso della scrittura e della lettura è dall’alto verso il basso, ancora una direzione diversa; interessante.
Ma il passato ed il futuro, il prima ed il dopo, viaggiano per tutte le popolazioni della Terra nello stesso modo: le lancette dell’orologio ruotano in senso orario a Roma come a Riad, a New York come a Pechino.
La lettura dell’orologio non può essere una interpretazione e perciò la certezza è una sola: il tempo ruota e lo fa in senso orario.
Ma questa è una convenzione, l’uomo ha deciso arbitrariamente che le lancette dell’orologio debbano muoversi da sinistra verso destra e probabilmente è per questa scelta che, quando si pensa a come si muova il tempo su un’asse orizzontale, per cercare il futuro giriamo la testa verso est.
Ma ad est il sole sorge ed allora il movimento naturale del giorno, quindi la sua ricerca del futuro, va da destra verso sinistra e ciò è in netta contraddizione con il movimento degli orologi che sono gli addetti ufficiali a segnare il passare del tempo.
Tuttavia ci sono anche altri strumenti segnalatori dello scorrere del tempo: le clessidre, che fanno muovere i granelli di sabbia che visualizzano lo scorrere dei secondi al loro interno, lavorano dall’alto verso il basso; ma questa è una scelta puramente di natura fisica, la legge di gravità impone che lo scorrere di oggetti vada inevitabilmente dall’alto in basso.
Eppure la convenzione umana ha deciso che la direzione del movimento del tempo sia da sinistra a destra, anche se la clessidra è nata molto prima dell’orologio e, a regola, avrebbe dovuto indicare lo scorrere del tempo anche ai costruttori dei meccanismi del conteggio orario, portandoli a creare oggetti dove il passare dei secondi sarebbe dovuto essere visualizzato in una scala alto-basso.
E’ vero che esistono i cosiddetti salterelli, orologi meccanici che visualizzano i secondi in modo numerico, in cui il secondo entrante sostituisce nella stessa posizione il secondo uscente e ci sono anche gli orologi digitali che utilizzano lo stesso sistema visualizzativo di sostituzione numerica, cambiando il numero ma mantenendo la stessa posizione e questo sistema non ha direzione, essendo una sostituzione e quindi avvenendo nello stesso luogo; ma se dovessimo visualizzare mentalmente lo scorrere di questi numeri da dove penseremmo che dovrebbe provenire il numero successivo all’attuale?
Da qualche parte nella dimensione temporale il secondo che si succederà all’istante attuale deve esserci e quindi deve avere anche una posizione spaziale, o no?
Resta il fatto che questi sistemi di misurazione e visualizzazione sono colmi di convenzioni che a volte collimano ed a volte si scontrano ma io non amo le convenzioni e perciò mi continuo a porre la domanda: dato che è indubbio che “tempus fugit”, dove devo guardare per scrutare nel futuro?
Last modified: Aprile 15, 2024