PISA – È stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale PEC Innovation l’articolo intitolato “Empathy training via Kalamazoo Consensus in remote and in-person medical communication: A randomized controlled trial”, che presenta i risultati di uno studio randomizzato controllato condotto in Azienda USL Toscana nord ovest per valutare l’efficacia della formazione alla comunicazione centrata sulla persona.
Lo studio, promosso dal direttore dell’unità operativa complessa Francesco Niccolai e realizzato da un team multidisciplinare di docenti interni, nasce dalla volontà di misurare scientificamente l’impatto del corso aziendale di comunicazione rivolto ai neoassunti. Il corso rappresenta il primo livello del percorso formativo in comunicazione clinica ed è strutturato secondo il modello del Kalamazoo Consensus Statement, riferimento internazionale per la comunicazione medico-paziente.
Dal 2020, oltre 600 operatori sanitari hanno completato il percorso, interamente online e in piccoli gruppi. La formazione è rivolta principalmente a medici, infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica, dietisti, fisioterapisti e psicologi neoassunti. La prova finale consiste in una simulazione di colloquio clinico con pazienti simulati, condotta da docenti esperti in comunicazione.
Lo studio, effettuato su 129 medici neoassunti nei tredici ospedali dell’Azienda, ha mostrato un aumento significativo dei punteggi di empatia nei partecipanti al corso, sia nelle dimensioni emotive sia in quelle cognitive. Al contrario, nel gruppo di controllo, che non ha seguito la formazione, i punteggi di empatia sono rimasti stabili o sono diminuiti.
I dati confermano che l’empatia, pur non essendo innata, può essere appresa e potenziata tramite percorsi formativi strutturati, anche a distanza. “I risultati ottenuti – commenta il primo firmatario dello studio, il medico Giovan Battista Previti – ci permettono di affermare con fiducia che l’empatia, elemento centrale della relazione clinica, può essere efficacemente rafforzata attraverso una formazione interattiva, anche online. La risposta positiva dei partecipanti e le evidenze emerse ci incoraggiano a proseguire con rigore nella valutazione degli effetti sulla pratica clinica reale”.
Il corso è stato possibile anche grazie alla preparazione dei docenti aziendali, formati internamente per sviluppare competenze nell’insegnamento mediante simulazione, in un’ottica di qualità e sostenibilità del sistema formativo. Il metodo adottato, che integra teoria, esercitazioni pratiche, interazione e feedback personalizzati, ha ottenuto conferma non solo nella soddisfazione dei partecipanti, ma anche nei risultati della ricerca.
Dopo il corso di base, il percorso prosegue con la collaborazione della struttura di Sicurezza del paziente, diretta da Tommaso Bellandi. In questa fase avanzata, l’attenzione è rivolta alla comunicazione del rischio e alla gestione trasparente degli eventi avversi, secondo le raccomandazioni nazionali e internazionali in tema di sicurezza e trasparenza nei processi di cura.
Sergio Ardis, direttore dell’unità operativa Relazioni con il Pubblico, Partecipazione e Accoglienza e responsabile scientifico del corso, ha espresso grande soddisfazione per la pubblicazione dello studio: “Questo riconoscimento scientifico valorizza il lavoro dei docenti, conferma l’efficacia del modello adottato e ci incoraggia a estendere la formazione a un numero sempre maggiore di professionisti sanitari, perché una comunicazione empatica è il primo passo per una cura davvero centrata sulla persona”.
