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Desertificazione commerciale. ConfCommercio: “Le attività chiudono, le istituzioni devono affrontare questa emergenza”

PISA – “Immaginatevi di non vedere più quella rassicurante luce accesa nel negozio di alimentari sotto casa vostra, o la saracinesca del negozio di abbigliamento tristemente abbassata. Purtroppo non sono previsioni da Cassandra di un ipotetico futuro, ma la dura realtà che sta travolgendo le nostre città e i nostri paesi, come dimostra la chiusura annunciata dal panificio di via Battelli, l’ultimo esempio di un’emergenza desertificazione che le istituzioni di ogni livello non possono più ignorare”.

Sono piene di preoccupazione le parole del direttore generale di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “Di questo passo resteremmo letteralmente privi di quelle attività di vicinato che rappresentano un presidio di socialità fondamentale. Serve al più presto mettere un argine alla chiusura dei negozi e sostenere concretamente queste realtà, con particolare attenzione ai negozi storici. Dopo innumerevoli appelli qualcosa si è finalmente mosso, come il progetto messo in campo dal Comune di Pisa, ma serve un vero piano d’emergenza nazionale da parte del Governo. Anche in vista delle ormai imminenti elezioni regionali l’appello che abbiamo rivolto e rinnoviamo a tutti i candidati è: “Salvate i negozi di vicinato!”. Questa deve essere la priorità di chi governerà la nostra regione, a cui chiediamo fin da subito il massimo sforzo per arrestare questa emorragia”.

I numeri d’altronde sono impietosi: “In dieci anni il nostro Paese ha visto chiudere 111 mila negozi di prossimità. Solo a Pisa negli ultimi 12 anni hanno chiuso 254 negozi al dettaglio, il 20% in meno rispetto al 2012, con una media di 22 attività perse ogni anno, dove, come conferma purtroppo la chiusura di questa ultima attività, spiccano i dati negativi di negozi di tessili e calzature, prodotti per la casa e ferramenta (- 41%), bar (- 22%) e attività di commercio ambulante (- 16%)”.

I negozi sono rimasti soli a combattere contro le grandi piattaforme globali dell’online. Siamo alle prese con una disparità inaccettabile che vede le piccole e medie imprese pagare il 70% di tasse, mentre i colossi della tecnologia versano cifre irrisorie rispetto ai loro profitti faraonici. Un’imposizione fiscale praticamente inesistente se paragonate al carico fiscale che tartassa le piccole attività” – spiega il direttore generale di Confcommercio Pisa – “Servono da subito interventi puntuali e ormai non più rinviabili, in modo da ridurre questo squilibrio inaccettabile con i colossi online e agevolare la sostenibilità economica delle attività, a partire dalla deducibilità sui costi di affitto, abbattimento delle aliquote fiscali, oltre a un efficace coordinamento con enti e ammnistrazioni locali che preveda una drastica riduzione delle imposte come Imu, Tari, Cosap”.

Siamo solo all’inizio di una valanga che rischia di travolgere tutti. Per questo è assolutamente urgente affrontare il problema alla radice e trovare soluzioni. Senza aiuti e sostegni concreti, le insegne delle nostre città sono destinate a spegnersi definitivamente, e le saracinesce ad abbassarsi per sempre lasciandoci tutti inevitabilmente più soli, tristi e poveri”.

Last modified: Ottobre 7, 2025
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