PISA – La sfida fra azzurri e nerazzurri ha caratterizzato tutte e sette le precedenti partecipazioni del Pisa nella Massima Divisione ed, al di là, della superiorità dei partenopei – che hanno raggiunto il culmine della loro Storia proprio durante gli anni ’80 della Presidenza di Romeo Anconetani – il bilancio non è assolutamente disprezzabile per i nostri colori, visto che nelle 14 sfide complessivamente disputate il Napoli se ne è aggiudicate 6 rispetto a 5 pareggi e 3 affermazioni nerazzurre.
di Giovanni Manenti
Limitatamente, viceversa, alle sole gare andate in scena nell’allora “Stadio San Paolo” – ora denominato “Stadio Diego Armando Maradona” in omaggio al fuoriclasse argentino – sono quattro le occasioni in cui i padroni di casa hanno conquistato l’intera posta a fronte di due pari e di un unico successo nerazzurro.
Il primo confronto nel Capoluogo campano è, ahimè, alquanto triste per il glorioso Pisa Sporting Club, in quanto coincide con la 30esima ed ultima giornata del Campionato 1968-’69 e certifica la retrocessione del Pisa in Serie B dopo una sola stagione nella Massima Divisione, per il 2-1 con cui i padroni di casa si impongono grazie alla rete d Claudio Sala al 43′ cui risponde Mascalaito su rigore allo scadere della prima frazione di gioco e sempre dal dischetto tocca ad Altafini chiudere i conti, con il Napoli a concludere settimo con 43 punti ed i nerazzurri penultimi a quota 20, con la magra consolazione che anche un’eventuale vittoria non avrebbe evitato il declassamento.
Trascorrono 14 anni prima che le due formazioni si ritrovino una davanti all’altra, e ciò accade il 23 gennaio 1983 alla seconda giornata di ritorno, con le gerarchie rovesciate, in quanto i nerazzurri si recano al “San Paolo” 12esimi con 14 punti, mentre i partenopei sono penultimi a quota 10, risultando pertanto fondamentale per i padroni di casa replicare l’identico punteggio della precedente sfida – con la curiosità che sulle rispettive panchine siedono Bruno Pesaola e Luis Vinicio, per un quinquennio (1955-’60) compagni di squadra in maglia azzurra – ovvero un 2-1 caratterizzato anche stavolta da un rigore per parte (Ferrario ed Ugolotti) intervallato dal punto del provvisorio 2-0 di Claudio Pellegrini, successo che si rivela determinante per la salvezza del Napoli che conclude il Torneo decimo con 28 punto, appena una lunghezza in più del Pisa che centra, oltre alla salvezza, anche il miglior piazzamento della sua Storia nella Massima Divisione.
Confronto che, ovviamente, si replica la stagione seguente il 6 novembre 1983, allorché si disputa l’ottavo turno ed il Pisa si presenta a Napoli ultimo in Classifica assieme alla Lazio con appena 4 punti ed avendo richiamato da due giornata in panchina il tecnico Vinicio, mentre gli azzurri sono appena un gradino più su a quota 5 in compagnia di Catania, Genoa e, sorprendentemente, Inter, ragion per cui il pareggio a reti bianche con cui si conclude la sfida alla fine non dispiace a nessuno, ancorché al termine del Campionato a tirare un sospiro di sollievo siano i padroni di casa, i cui 16 punti totali consentono loro di raggiungere la salvezza, al contrario dei nerazzurri, condannati alla Serie B a quota 22.
In un decennio che, come ben noto ai tifosi nerazzurri, il Pisa riesce per tre volte consecutive (1985, 1987 e 1990) a risalire immediatamente nella Massima Serie, ecco le due formazioni trovarsi nuovamente di fronte il 12 gennaio 1986, ancora alla seconda giornata di ritorno come tre anni prima, con la fondamentale differenza che il Napoli – che dalla precedente stagione può contare sull’apporto di Maradona – si trova al secondo posto in Classifica con 21 punti ancorché staccato di sei lunghezze dalla Juventus capolista, mentre i nerazzurri occupano l’11esima posizione a quota 13 e sono reduci dall’aver sconfitto 1-0 (rete di Baldieri) l’Inter all’Arena, così che la sorprendente vittoria con identico punteggio che porta la firma di Berggreen in chiusura di primo tempo, da un lato spegne ogni velleità di Scudetto ai partenopei e, dall’altro,fa sognare la tifoseria toscana per un Pisa che sale al nono posto se non fosse che un finale di stagione disastroso (appena 8 punti nelle ultime 13 giornate) lo condanna alla retrocessione, mentre il Napoli conclude terzo.
Al consueto ritorno nella Massima Serie, il Pisa si trova ad affrontare un Napoli che ha cucito sul petto il primo Scudetto della sua Storia, con la relativa sfida in terra campana in programma il 7 febbraio 1988 per la terza giornata di ritorno, con i Campioni d’Italia al comando della Classifica con 29 punti e quattro di margine sul Milan di Arrigo Sacchi, così che il pronostico della vigilia viene rispettato, pur con il terzo 2-1 sui cinque confronti andati in scena, risolto a favore dei padroni di casa dalle reti di Renica e Maradona, alle quali i nerazzurri oppongono un’autorete di Filardi, anche se poi sono i toscani a festeggiare la salvezza a fine Torneo con 24 punti, mentre i partenopei si fanno superare dal Milan nelle ultime giornate.
Con la Serie A ampliata a 18 squadre dalla successiva stagione 1988-’89, ecco che Napoli e Pisa si incontrano il 18 giugno 1989 per la penultima giornata – data così “lunga” in quanto il Campionato partito in ritardo per le concomitanti Olimpiadi di Seul 1988 – allorché i giochi sono già fatti, ovvero con i nerazzurri ultimi con 21 punti e praticamente già retrocessi, ed il Napoli secondo ma a ben 14 lunghezze di distacco dall’Inter già Campione d’Italia, ragion per cui l’esito di una “gara inutile” non può che essere uno scialbo 0-0, tanto più che i padroni di casa avevano già “salvato la stagione” grazie alla conquista della Coppa UEFA, tuttora unico Trofeo continentale dei partenopei.
Per una curiosa coincidenza, anche stavolta con il Pisa a disputare il Torneo Cadetto il Napoli si aggiudica il suo secondo Scudetto, il che comporta che nella sua ultima stagione in A dei nerazzurri prima dell’attuale, il relativo confronto vedrà gli azzurri con il tricolore sulla maglia, con le due formazioni a scendere in campo il 30 settembre 1990 per la quarta giornata con il Pisa secondo in Classifica assieme ad Atalanta e Sampdoria dopo aver collezionato 7 punti nei primi tre turni e a due lunghezze dal Milan capolista, mentre il Napoli è addirittura penultimo con un solo punto, così che per la quarta volta i partenopei si impongono con lo stesso punteggio di 2-1, particolarmente amaro in quanto, dopo che Padovano a metà ripresa aveva annullato la rete d’apertura siglata da Maradona su rigore al 39′, a decidere l’incontro è Careca al 90′, chiaro segnale di una stagione sfortunata che, complice l’infortunio a Piovanelli, vede i nerazzurri retrocedere, terzultimi con 22 punti, ed anche il Napoli, abbandonato a marzo 1991 da Maradona, concludere ottavo, preludio di un lento declino che porterà nel 1998 alla retrocessione.
Last modified: Settembre 19, 2025