PISA – Prosegue a pieno ritmo il progetto ProFarnia, la sperimentazione promossa dai Volontari del Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, sotto la supervisione scientifica della professoressa Iduna Arduini, docente di Botanica all’Università di Pisa, e con la collaborazione della dottoressa Francesca Logli, responsabile della gestione forestale e della biodiversità del Parco, insieme ai giovani del Servizio Civile.
L’iniziativa mira a rafforzare la resilienza del bosco misto mesoigrofilo di San Rossore, favorendo la rinnovazione della farnia (Quercus robur L.), attraverso la messa a dimora di piantine ottenute da ghiande raccolte in loco e allevate in vivaio, oltre alla protezione di individui nati spontaneamente.
La farnia, quercia caducifoglia che può raggiungere i 40 metri di altezza e i 600 anni di età, rappresenta un simbolo di maestosità e forza: nelle antiche culture europee era considerata l’albero dei re. Oltre alla sua bellezza, ha un ruolo ecologico fondamentale, offrendo habitat a numerose specie vegetali e animali e contribuendo a ecosistemi ricchi di biodiversità. Originaria dei climi freschi e umidi del Nord Europa, in Italia sopravvive in alcune “aree rifugio”, tra cui la Tenuta di San Rossore, dove copre circa 1.200 ettari e costituisce la più vasta presenza di farnia in Italia e una delle più significative del Mediterraneo.
Negli ultimi decenni, però, la popolazione di farnie a San Rossore è diminuita a causa di cadute sempre più frequenti di alberi secolari. Il Piano di Gestione Forestale 2022-2031 evidenzia come, negli ultimi 15 anni, siano stati persi quasi la metà degli individui censiti nel piano precedente, e sottolinea la scarsa capacità di rinnovo naturale della specie, con assenza di piante più giovani di 40 anni. Intervenire per proteggere le farnie e favorirne la crescita è quindi urgente e imprescindibile.
Il progetto ProFarnia, ufficialmente avviato l’11 ottobre con la messa a dimora di 40 giovani alberi, utilizza tecniche innovative di trapianto e cura delle piante. Altrettante verranno piantate il prossimo anno. I volontari del parco seguiranno le giovani farnie, proteggendole dagli agenti climatici e biologici. Se la sperimentazione avrà successo, il metodo potrà essere applicato all’intera area dei boschi mesoigrofili, garantendo così un futuro sostenibile a questi preziosi ecosistemi.
Last modified: Ottobre 31, 2025
 
				 
                            
                         
             
            












 
              
             
              
             
              
             
              
            