PISA – Domenica e lunedì prossimi a Pisa si voterà il ballottaggio fra i due candidati a Sindaco della città. Solo pochi mesi fa la percezione era quella di una facile riconferma del Sindaco uscente Michele Conti, sia perché di solito chi si ripresenta per un secondo mandato ha un vantaggio legato all’esercizio della carica e sia perché a Pisa, nel confronto politico e nel Consiglio Comunale, non era emersa una credibile proposta alternativa.
Probabilmente questa percezione era rimasta integra nella mente della destra che governa la città, tanto da far esplodere la rabbia per non aver raggiunto la vittoria superando il 50% al primo turno. Invece, piano piano, la candidatura di Paolo Martinelli, messa in campo dal centrosinistra e condivisa dal M5S, si è fatta strada ed è riuscita a raggiungere l’obbiettivo del ballottaggio. Non era scontato. Sicuramente hanno pesato le caratteristiche di Martinelli, la sua serietà e la sua competenza sui problemi sociali e sulle idee connesse ai processi partecipativi, e anche il dichiarato proposito di autonomia e di dialogo nel rapporto con le forze politiche che lo sostengono.
Ora con il ballottaggio si è aperta una nuova partita, come dice l’esperienza di altri comuni, ultimo dei quali Udine. Può accadere che i risultati del ballottaggio rovescino l’esito del primo turno. Ciò dipende soprattutto dal numero e dalla qualità degli elettori che tornano a votare la seconda volta. Quasi sempre si registra una diminuzione dei partecipanti al voto e quindi diventa decisiva la capacità di riportare alle urne gli elettori del primo turno. Su questo si scontrano e si misurano gli schieramenti dei due candidati. In tale contesto vanno visti i possibili apporti di altre liste che non sono arrivate al ballottaggio e anche di elettori che hanno praticato l’astensionismo.
I numeri dicono che con un certo compattamento a sinistra è possibile battere la destra e cambiare Sindaco e maggioranza al Comune di Pisa. E non si tratta solo di una battaglia politica, ma della possibilità di impostare un discorso pubblico diverso da quello attuale, a partire da una pianificazione del territorio più attenta e rigorosa sul consumo del suolo, da una più forte sensibilità versoi quartieri periferici, da una riqualificazione urbana finalizzata a valorizzare la città della cultura e del sapere, da una politica di piena tutela dell’ambiente e del ruolo del Parco Migliarino/San Rossore. Tutte cose opposte a quelle elaborate e perseguite dalla giunta guidata da Michele Conti.
Possiamo farcela se partiamo dal punto di vista di creare alleanze e percorsi convergenti capaci di sconfiggere le destre, senza ripercorrere le scelte divisive che hanno aperto la strada a Giorgia Meloni. Adesso, in queste settimane, sentiamo tutto il portato negativo del voto politico che ha dato la maggioranza parlamentare alla destra, con un clima politico sempre più avvelenato, anche sul piano culturale, e con una dichiarata intenzione di modificare gli indirizzi di fondo della nostra Costituzione. Il progetto è quello di far passare una linea di fatto presidenzialista, ridimensionando la democrazia parlamentare rappresentativa.
Per queste ragioni, in questi pochi giorni che rimangono, è importante che ciascuno faccia il possibile per contattare amici, conoscenti, persone che si conoscono, invitandoli a tornare alle urne domenica prossima, o lunedì, per votare Martinelli, e allo stesso tempo chiedere loro di moltiplicare i contatti per raggiungere lo stesso obbiettivo. Un impegno che dobbiamo provare a sostenere anche verso chi ha scelto l’astensionismo, perché le proposte che sono in campo non sono la stessa cosa e non è utile manifestare indifferenza.
Last modified: Maggio 23, 2023