Ottobre come molti sanno è il mese dell’educazione finanziaria. Di Stefano Sabadini
Ottobre come molti sanno è il mese dell’educazione finanziaria.
Mi domando, perché solo un mese? Essere educati finanziariamente talvolta vuol dire sopravvivenza, lontananza dalla povertà, soddisfazione personale e per le persone a cui teniamo, capacità di vivere dignitosamente e in alcuni casi di poter fruire di quegli agi, di quegli sfizi, che la vita a volte ci concede e di cui dovremmo sapere approfittare.
Viviamo un’epoca di profonde trasformazioni sociali, economiche e soprattutto strutturali legate a temi anche di difficile comprensione. Si vive tanto, a volte meglio e vivremo di più e ancora meglio, ma si nasce meno e il ricambio generazionale nei vari settori lavorativi rischia di diventare sempre più difficile.
Solo questo è sufficiente a cancellare tutti i parametri su cui erano state costruite le politiche sociali, economiche, sanitarie e assistenziali. Non è cosa da poco, è una vera e propria rivoluzione. Bisognerebbe mettere i cartelli per segnalare le tappe di un percorso di competenza che non può passare per una concentrazione mensile o ancora peggio, sporadica di eventi, informazioni e di analisi di progetti da seguire.
Ok, meglio poco che niente, un mese è meglio di un giorno, ma una vita di preparazione è meglio di un mese. Dobbiamo certamente un grazie a coloro che si impegnano strenuamente in queste attività, e ce ne sono, fino a qualche anno fa rappresentavano un punto di partenza, oggi rischiano di diventare inutili a causa della superficialità in cui ci ritroviamo oggi.
Dobbiamo far capire ai giovani perché non avranno pensioni sociali, perché l’assistenza sanitaria sarà sempre meno democratica e perché dovranno utilizzare servizi finanziari talvolta sempre più innovativi ma al tempo stesso sempre più complicati.
In questo contesto l’Italia ha i numeri peggiori. Siamo tra i più vecchi al mondo per età media, ma anche per numero di ultracentenari, che oggi sono quasi 22 mila.
Il debito pubblico cresce e agli italiani si dà come risposta l’investimento in titoli di stato, come se la responsabilità di quel debito abbia necessità di coperture che solo i soldi dei privati riescono a garantire, non si può giocare con il futuro delle persone immaginando che, di quel futuro, quelle persone non faranno parte.
Educazione finanziaria è anche questo, far capire in che mondo viviamo raccontando anche le verità più scomode.
Ma l’Italia ha una grande energia che si chiama risparmio, un’energia che deve essere messa a frutto, un’energia che può contribuire a costruire un Paese nuovo, diverso, autorevole e leader.
Educazione finanziaria è trasformare i risparmi in investimenti, gli investimenti in crescita, e la crescita in nuove garanzie per il futuro, oltre che per il presente. Possiamo pensare di farlo in un mese all’anno? L’unico auspicio è che questo mese sia il primo di una lunga serie, che i cartelli vengano affissi al più presto e che la competenza e la forza del risparmio non si esauriscano miseramente, diventando invece il primo indiscutibile propulsore di un cambiamento.
È così che vivere oltre i cento anni può diventare un modo nuovo di guardare la vita, con nuove opportunità di investimento, vivere allargando i valori della nostra vita, mentre la vediamo allungarsi.