Abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Falorni, attuale titolare della storica Ortoflorovivaistica Falorni. L’azienda rappresenta un punto di riferimento per il settore nella provincia di Pisa e si trova a San Giuliano Terme, precisamente in Via Provinciale Calcesana, 289.
di Benedetta Rubini
Quella dei Falorni è una storia di passione e dedizione che dura da circa 70 anni. Fondata dai genitori di Stefano, l’attività ha radici profonde nel territorio. Stefano ha preso in mano le redini della gestione nel 2016, portando avanti l’eredità familiare con uno sguardo attento alle nuove sfide del settore. Di seguito riportiamo la nostra conversazione sui temi della coltivazione, del mercato e delle tecnologie del vivaismo.
Come nasce la vostra ortoflorovivaistica e qual è la filosofia che guida il vostro lavoro ogni giorno?
L’azienda ha avuto un’evoluzione molto naturale. Inizialmente, i miei genitori non si occupavano di vivaismo in senso stretto, ma producevano ortaggi finiti da vendere direttamente al mercato. Con il tempo, avendo già una produzione interna di piantine per il nostro fabbisogno, i colleghi e gli amici dei banchi vicini hanno iniziato a richiederle anche per le loro attività. Vista la domanda crescente, l’azienda ha cambiato destinazione d’uso, specializzandosi nella produzione di piantine da orto. Oggi la nostra filosofia è di offrire un prodotto il più sano possibile e perfettamente idoneo alle specifiche esigenze del cliente.
Quali sono le piante o le colture più richieste durante l’anno?
La richiesta è strettamente legata alla stagionalità. In primavera, nel settore orto, il “re” indiscusso è il pomodoro, seguito da peperoni, melanzane, angurie e meloni; insomma, tutto ciò che caratterizza l’orto estivo. Nei periodi autunnali, invece, la vendita si sposta su cavoli e finocchi. Per quanto riguarda la parte floreale, in primavera c’è una grandissima richiesta di gerani, ideali per abbellire balconi e terrazzi.
Che consigli darebbe a chi vuole iniziare a coltivare un piccolo orto sul balcone?
Il primo passo è valutare lo spazio a disposizione. Per chi ha un balcone, consiglio di procurarsi delle vasche rettangolari (ad esempio 100×40 cm) e riempirle con terriccio di qualità. In questi spazi limitati, la scelta migliore ricade sulle piante a foglia (come lattughe o bietole): crescono velocemente e sono di utilizzo immediato in cucina. Chi invece dispone di più spazio e, soprattutto, di più tempo da dedicare alla cura delle piante, può cimentarsi anche con la coltivazione del pomodoro, che richiede maggiori attenzioni.
Come scegliete i fornitori e le sementi? Puntate anche sul biologico?
La scelta dei fornitori varia in base alla tipologia del cliente finale. Lavorando sia con la vendita al dettaglio che all’ingrosso per agricoltori professionisti, dobbiamo differenziare l’offerta. Per il coltivatore professionale, che deve portare il prodotto finito ai supermercati, ci affidiamo spesso a multinazionali che garantiscono varietà ibride specifiche. Per la vendita al dettaglio e l’hobbista, invece, puntiamo molto su varietà locali, biologiche e naturali, recuperando sapori più tradizionali e genuini.
In che modo il cambiamento climatico sta influenzando le coltivazioni e la gestione del vivaio?
Purtroppo, l’impatto è notevole e crea anche parecchi danni. Il problema principale è l’assenza del freddo nei periodi in cui sarebbe necessario per il corretto riposo o sviluppo vegetativo. Quando le temperature non seguono l’andamento stagionale previsto, la pianta non si sviluppa in maniera regolare. Questo squilibrio porta a diverse anomalie, rendendo le coltivazioni più suscettibili alle malattie e agli attacchi degli insetti parassiti, complicando notevolmente il nostro lavoro.
Qual è la pianta “sottovalutata” che secondo voi tutti dovrebbero avere in casa o in giardino?
Credo che questa sia una questione molto soggettiva. Non esiste una pianta universale perché molto dipende dall’esposizione della casa e dallo stile di vita del proprietario. Una pianta può prosperare in un ambiente e soffrire in un altro. Inoltre, il fattore determinante è sempre il tempo che una persona può dedicare alla cura del verde.
Che ruolo hanno le nuove tecnologie nel vostro lavoro?
Hanno un ruolo fondamentale, soprattutto come supporto per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Nel nostro vivaio utilizziamo serre tecnologiche dotate di sonde che monitorano costantemente la temperatura, comandando l’apertura e la chiusura automatica delle strutture per mantenere il clima ideale. Anche l’irrigazione è automatizzata per fornire l’esatta quantità d’acqua necessaria, evitando sprechi. Infine, disponiamo di un impianto di concimazione centralizzato che ci permette di nutrire le piante in modo adeguato e preciso, basandoci sul periodo stagionale e sulle condizioni climatiche del momento.
L’intervista con Stefano Falorni ci ha permesso di scoprire una realtà che, pur vantando sette decenni di storia, non ha paura di innovarsi. Dall’attenzione alla selezione delle sementi fino all’uso di tecnologie avanzate per combattere le sfide climatiche, l’Ortoflorovivaistica Falorni dimostra come la passione per la terra possa evolversi per rispondere alle esigenze moderne, offrendo ai clienti non solo piante, ma competenza e qualità.
Last modified: Dicembre 12, 2025
















