PISA – Nel quadro del progetto UE FutureMARES, l’Università di Pisa ha condotto studi sulla Posidonia, pianta presente nel Mediterraneo, pubblicati su Science of the Total Environment ed Environmental Research.
Gli esperimenti, svolti presso l’Acquario di Livorno in mesocosmi che simulano gli ecosistemi marini, evidenziano che la Posidonia oceanica può attenuare gli effetti dell’acidificazione dei mari, come dimostrato attraverso la specie sentinella dei ricci di mare. Grazie alla fotosintesi, la Posidonia è riuscita ad aumentare il pH dell’acqua di 0.15 unità, favorendo lo sviluppo sano delle larve di riccio Paracentrotus lividus, specie minacciata dall’acidificazione. Sebbene le praterie di Posidonia possano fungere da rifugio per specie marine, l’associazione con l’innalzamento della temperatura dell’acqua può causare alterazioni fisiologiche e molecolari, soprattutto in profondità.
Il professor Fabio Bulleri del Dipartimento di Biologia e del CIRSEC, responsabile scientifico di FutureMARES, sottolinea che la capacità protettiva della Posidonia potrebbe essere compromessa da ulteriori aumenti della temperatura del mare. La ricerca si concentra sulla identificazione di popolazioni di piante più resilienti e aree con minor riscaldamento per preservare questi rifugi marini. Collaborano al progetto ricercatori come Chiara Ravaglioli, Lucia De Marchi e Carlo Pretti dell’Università di Pisa, insieme a partner esterni di varie istituzioni.
Last modified: Febbraio 1, 2024