Written by 11:24 am Pisa, Attualità, Cultura, Eventi/Spettacolo

”Ricordando Marco Polo” chiude la rassegna 2024 dello Scotto Festival

PISA – Cala il sipario sull’edizione 2024 del “Pisa Scotto Festival“, la cui Rassegna si è conclusa nei giorni scorsi con il terzo appuntamento dedicato ad anniversari (in questo caso i 700 anni dalla sua scomparsa) di personaggi storici che hanno avuto a che fare nella loro esistenza con la città di Pisa, così che ad “avere l’onore” di concludere la Manifestazione è stato il viaggiatore veneziano Marco Polo, tant’è che il titolo dell’incontro era “Ricordando Marco Polo: 700 anni in viaggio“.

di Giovanni Manenti

Ecco, quindi, che a trattare sul palco il profilo di Marco Polo – il cui connubio con la nostra città fin troppo noto, derivando dal rapporto con Rustichello da Pisa al quale il viaggiatore veneziano dettò, mentre si trovavano nelle carceri di San Giorgio a Genova, quello che è poi divenuto famoso come “Il Milione” – introdotti dalle due conduttrici Elisa Bani e Francesca Petrucci, sono stati Federico Meini che, con sapiente dizione molto apprezzata dal pubblico presente, ha letto alcuni brani della citata opera, l’attore Francesco Gerardi, il quale ha portato in scena la pièce teatrale “La Cella di Seta, io e Marco Polo“, in cui interpreta il ruolo di Rustichello da Pisa ed, infine, il motoviaggiatore pisano Michele Bini, che si è soffermato sul significato al giorno d’oggi circa l’intraprendere viaggi in territori in parte ancora inesplorati, basti pensare che il suo ultimo, di pochi mesi fa, lo ha portato addirittura in Patagonia assieme ad altri amici.

Come sia nata l’idea di trasportare Marco Polo in teatro lo spiega ovviamente l’attore Francesco Gerardi che sottolinea: “Tutto è nato da un percorso fatto assieme a dei miei colleghi di lavoro a conclusione del periodo caratterizzato dal perdurare dell’emergenza sanitaria, chiedendoci cosa ci avesse salvato durante il Lockdown, così da renderci conto dell’importanza del racconto, quale che sia un libro al pari di una serie televisiva, che ha permesso di aprire idealmente le mura in cui eravamo rinchiusi e realizzando altresì che una corretta metafora di quei lunghi mesi poteva essere proprio la storia di Marco Polo e Rustichello da Pisa da cui nasce “Il Milione”, in quanto loro lo scrivono per l’esigenza di ottenere la libertà dalla prigione di Genova dove erano rinchiusi, riuscendo nel loro intento grazie ad un potente veneziano che, avendo letto il testo, si incaricò di pagare il riscatto. Da tale metafora“, prosegue l’attore, “nasce lo spettacolo “La Cella di Seta”, che narra la vicenda dal punto di vista di Rustichello da Pisa da me interpretato, il quale pertanto racconta come incontra Marco Polo e quanto la suggestione dei suoi racconti abbia permesso, dapprima a loro stessi grazie all’ottenuta libertà, e quindi di scoprire come anche il Gran Khan potesse in qualche modo “liberarsi”, in quanto prigioniero del suo trono dorato che non gli consentiva di vedere il suo stesso regno, per poi lo spettacolo divenire un grande omaggio a quella che è l’arte di narrare ed al rapporto magico che si crea fra chi parla e chi ascolta. Trasportato ai nostri giorni, conclude Gerardi, il personaggio di Marco Polo mantiene ancora intatto il proprio fascino, pur ricordando che nessuno ne avrebbe parlato se non ci fosse stato Rustichello, in quanto numerosi sono stati i viaggi compiuti da altri esploratori, ma a fare la differenza è quando il viaggio viene raccontato, basti pensare, ad esempio, che oggi siamo a conoscenza che i Vichinghi hanno raggiunto l’America prima di Cristoforo Colombo, ma non l’hanno raccontato a nessuno, così che la narrazione del viaggio di Marco Polo consente di entrare nell’immaginario rispetto a Mondi fantastici di cui si era a conoscenza dell’esistenza, ma non dei relativi costumi ed usanze, pur con qualche probabile fantasia di troppo, facendo sì che “Il Milione” si collochi fra i tre grandi libri della tradizione riguardante il viaggio unitamente all’Odissea ed alla Divina Commedia di Dante Alighieri“.

Per tornare all’epoca moderna, la parola spetta al viaggiatore Michele Bini, il quale riferisce: “Non posso negare di provare un pizzico d’invidia verso Marco Polo, in quanto, a differenza mia, lui l’avventura l’ha vissuta davvero, dato che quegli 8.000 ideali chilometri della Via della Seta percorsi fra Mari, fiumi e tracciati, facevano sì che quasi ogni metro potesse rappresentare un qualcosa di misterioso, mentre io già mi sento in soggezione a parlare qui al “Pisa Sciotto Festival” sotto questa etichetta ed avendo il commerciante veneziano quale termine di paragone, ancorché anch’io sia un grande appassionato di moto cui piace viaggiare, avendo nel mio piccolo già toccato tre Continenti, ragion per cui considero un onore essere stato invitato a questa Rassegna proprio nella mia città, sperando che tale circostanza sia di buon auspicio per il futuro e sia da stimolo per nuovi viaggi. Anche se può sembrare strano“, prosegue Michele Bini, “le difficoltà per un viaggiatore moderno sono molteplici ma non legate al viaggio stesso, in quanto al giorno d’oggi le priorità sono costituite dall’avere tempo a disposizione, disponibilità economica ed una famiglia che ti permette di viaggiare, mentre con gli strumenti ed i mezzi oggi a disposizione, il resto è realizzabile, come posso confermare personalmente, venendo dall’ultimo viaggio fatto sino in Patagonia – dove ho anche avuto l’onore di consegnare la bandiera rossocrociata di Pisa al Sindaco di Ushuaia – per il quale mi sono dovuto “ritagliare” quei 15 giorni necessari, oltre a trovare dei compagni che mi accompagnassero in questa avventura“.

Per il sottoscritto“, conclude Michele Bini, “oltre alla passione per il viaggio in sé, vi è anche quella per la conoscenza, in quanto quando fai ritorno sei sempre comunque arricchito, oltre ad aver acquisito maggiore consapevolezza rispetto a quelle che sono le proprie potenzialità ed i miei .limiti, poiché anche il più semplice dei viaggi ti mette alla prova, pur non avendo mai effettuato esperienze in solitaria poiché, a differenza di molti altri amici che praticano la stessa attività, a me piace condividere anche durante il percorso ogni emozione e sensazione che si prova ad ogni tappa“.

Trattandosi, infine, dell’evento conclusivo dell’edizione 2024 del “Pisa Scotto Festival”, il relativo commento sull’andamento complessivo dello stesso lo lasciamo alla Direttrice Artistica Francesca Petrucci: “Sono molto soddisfatta di questa edizione, il cui livello e la tipologia degli spettacoli sono stati molto apprezzati dal pubblico che ha risposto bene anche in giornate caratterizzate da altri eventi concomitanti così come da condizioni meteorologiche non ottimali, con presenze affezionate che hanno seguito un po’ tutto il programma ed altre che si sono mosse a seconda delle tematiche proposte, visto che, come era nostra intenzione, abbiamo realizzato un Cartellone diversificato, che ha previsto i grandi anniversari relativi a famosi personaggi della Storia, per poi passare ad incontri di carattere più filosofico ed alla satira, oltre alle immancabili degustazioni che rappresentano anch’esse un modo di fare cultura e far conoscere le meraviglie e le eccellenze del nostro territorio, avendo altresì avuto modo di aprire una finestra anche sullo Sport, con ilpomeriggio dedicato al Fairplay nell’ambito delle varie discipline. Ma come sempre“, prosegue la Direttrice Artistica, “si può migliorare, ed in vista della prossima edizione ritengo che sarebbe necessario cercare di partire un po’ prima nella programmazione, in quanto per un motivo o per l’altro ci ritroviamo sempre all’ultimo a partire con la promozione, anche se a mio avviso quest’anno la stessa è stata fatta molto più mirata e capillare, avendo cercato di diffondere al massimo gli eventi, ancorché giugno sia un periodo denso di tantissime offerte, circostanza che ha fatto sì che molte persone abbiano lamentato la mancata conoscenza di alcuni eventi e pertanto cercheremo ancora di più di far sapere ai cittadini che tutte le sere possono venire in un posto meraviglioso come il Giardino Scotto dove sedersi, rilassarsi ed ascoltare qualcosa di interessante“.

Se, viceversa, dovessi dare una definizione“, conclude Francesca Petrucci, “all’edizione che si è appena conclusa, direi che la medesima è stata caratterizzata da un filo conduttore che ha a che fare con la “visione della libertà”, visto che ha coinvolto dei grandi visionari del passato, oltre a voci discordanti che ci hanno fatto riflettere su tematiche attualissime, quali l’intelligenza artificiale, le “schiavitù” derivanti dall’uso dei social e dalle multinazionali che ci catalogano e studiano per poi decidere delle nostre vite, il che si lega molto bene con personaggi come Giacomo Puccini, Guglielmo Marconi e Marco Polo stesso che sono stati dei soggetti che in qualche modo sono andati anche contro corrente nei rispettivi periodi con grande coraggio ed, appunto “visione“.

Last modified: Giugno 29, 2024
Close