Scritto da 12:59 pm Pisa SC

“Pallone di-pendente”: A Bari al Pisa non Var

PISA – Dopo il pareggio a reti bianche ottenuto allo stadio San Nicola di Bari torna la rubrica della nostra Chicca e basta così sulla sfida pareggiata in terra pugliese dai nostri ragazzi raccontata da una tifosa pisana doc a modo suo.

Viva il Pisa, preso a tradimento assassinato dagli arbitri, viva il Pisa che comunque non ha paura“. Il testo di Francesco De Gregori che ho seviziato per amore e passione calcistica mi è tornato in mente alla fine della partita disputata domenica allo Stadio San Nicola di Bari, l’ “Astronave” progettata e realizzata dall’architetto Renzo Piano. Infatti al Pisa hanno fatto una clamorosa, oggettiva, tecnica, solare, netta, insindacabile, incontrovertibile, lampante, patente, macroscopica ingiustizia. Grande prova di protagonismo del fischietto calabrese che non ha concesso un rigore sul povero Tourè colpito da un pugno rifilato in pieno volto dal portiere avversario. Chiunque di noi sa bene che il mestiere del Direttore di gara è complicato, parecchio complicato: ventidue attori protagonisti fingono, continuamente, di essere centrati da una palla di cannone pur di indurre il malcapitato a fischiare un calcio di rigore o a far ammonire il difensore avversario.

Da ragazzina era convinta che gli arbitri ce l’avessero con il Pisa. La situazione non è cambiata durante l’adolescenza ma si sa, non è quello il periodo del grigio: bianco o nero. Mai bianconero però, in tutti i sensi. Così non c’era partita che non considerassi falsata dal fischietto di turno distratto nel non assegnarci plateali rigori ma, al contrario, creativo nel concederne agli avversari, altri inesistenti. Poi sono cresciuta, con tutt’altra maturità rispetto all’infanzia e agli anni del liceo, se oggi qualcuno dovesse chiedermi se gli arbitri ce l’hanno con il Pisa, gli risponderei ancora di sì. Allora il discorso iniziale? Era solo per darmi un tono, così come fanno tutti quelli che si millantano sportivi e oggettivi senza esserlo. E’ insito nella parola stessa: tifoso, il contrario di neutrale. L’avversione ai giudici di gara è normale quando si è tifosi: si legge tutto come atto ostile. E di essere faziosa ne sono pure felice. Con orgoglio. Perché ho la consapevolezza che il mio giudizio, su ogni episodio dubbio di qualsiasi partita del Pisa, probabilmente sarebbe differente se i protagonisti della contesa invertissero le maglie. È questa, a mio avviso, la presa di coscienza massima che si possa pretendere da un aficionado.

Detto ciò, con il Bari – o la Bari, se volete, come amano dire dalle loro parti, finisce a reti bianche, 0-0. Si soffre, tuttavia si resiste, soltanto quando si rimane in dieci per l’espulsione di Rus (doppio giallo) a venti minuti dalla fine del match. Alla prima ammonizione, forse, il ragazzo andava sostituito. Ma al Mister questo piccolo appunto non glielo diciamo, va’.

Ce ne torniamo con un punto (decimo risultato utile consecutivo) e un pugno. E con un torto subito, nel giorno in cui il Pisa lo meritava di meno. Punto. Poi discutiamo di tutto il resto. Poi.

Last modified: Dicembre 9, 2022
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