PISA – Diversamente a quanto si potrebbe pensare, sono sei (anziché sette) i Campionati in cui Pisa e Milan si sono incontrati nella Massima Divisione, e ciò in quanto la “Epoca d’Oro” dei nerazzurri sotto la presidenza Anconetani ha coinciso con il periodo buio dei rossoneri che devono addirittura scontare due retrocessioni in Serie B.
La prima a seguito del coinvolgimento nel primo “scandalo scommesse” del calcio italiano e la seconda patita sul campo dopo l’immediata risalita in Serie A, circostanze che hanno altresì determinato che le due formazioni si siano affrontate anche nel torneo cadetto 1980-81, con una vittoria per 1-0 esterna a testa, con le rispettive reti siglate da Roberto Antonelli ed Odoacre Chierico.
Per quanto viceversa concerne le sfide nella massima serie, curiosamente i 12 complessivi confronti hanno fornito il medesimo esito fra casa e trasferta, vale a dire con i rossoneri ad aver in entrambi i casi ottenuto 5 vittorie a fronte di un solo pareggio, ma con la particolarità che i nerazzurri sono sempre usciti sconfitti da San Siro a testa alta, battuti con il minimo scarto.
L’esordio del Pisa alla “Scala del Calcio” avviene il 13 ottobre 1968 alla terza giornata, con i nerazzurri ancora a quota zero punti dopo le sconfitte contro Torino (0-1) e Roma (1-2), mentre il Milan Campione d’Italia è a punteggio pieno dopo aver superato Sampdoria e Verona, restandovi anche a fine partita che vede i rossoneri sbloccare il risultato con Sormani poco prima dello scoccare dell’ora di gioco per poi, raggiunti dalla rete di Joan a meno di un quarto d’ora dal termine, acciuffare la vittoria grazie al punto siglato da Prati all’82’, con la curiosità che a difendere i pali della porta toscana c’era Ademaro Breviglieri per quella che resta la sua unica presenza in Serie A, mentre a fine torneo il Pisa retrocede, penultimo con 20 punti, mentre il Milan conclude secondo a pari merito con il Cagliari, a quattro lunghezze (45 a 41) dalla Fiorentina Campione d’Italia, avendo peraltro conquistato la Coppa dei Campioni.
Come detto, al ritorno in A del Pisa per la stagione 1982-’83 non trova il Milan, per la seconda volta sceso nel Purgatorio del Torneo Cadetto, così che affinché le due formazioni si affrontino di nuovo nel capoluogo lombardo occorre attendere il 6 maggio 1984 alla penultima giornata per quello che è ricordato come il “Grande Esodo” del tifo nerazzurro, oltre 10mila a San Siro solo per essere testimoni della matematica retrocessione in quanto, dopo il vantaggio iniziale firmato da Criscimanni ed immediatamente annullato da Damiani, tocca a Blissett emettere a metà ripresa la sentenza di condanna per il Pisa, mentre i rossoneri concludono la stagione in un’anonima ottava posizione.
Immediatamente risalito nella massima divisione, il Pisa si ripresenta a San Siro ad inizio novembre 1985 per la nona giornata contro un Milan all’ultimo atto della “Gestione Farina”, ancorché si trovi comunque al terzo posto in classifica con 11 punti – pur se a 5 lunghezze dalla Juventus capolista – mentre i nerazzurri, reduci dalla sconfitta interna 0-2 con la Sampdoria, sono terzultimi a quota 6 in compagnia di Atalanta, Avellino e Bari, oltre agli stessi blucerchiati, e reggono bene l’urto sino al 70′, allorché a decidere la sfida è Virdis che anticipa di testa Mannini in uscita dopo aver in precedenza colpito una traversa, sconfitta che incide sulla retrocessione del Pisa a fine torneo, terzultimo con 23 punti, ed il Milan, nel frattempo acquistato da Silvio Berlusconi, conclude settimo a quota 31.
Nuovamente riguadagnata la Serie A dopo una sola stagione, il Pisa debutta all’Arena proprio contro i rossoneri per tenere a battesimo l’esordio della coppia olandese Gullit e van Basten, così da recarsi a San Siro a fine gennaio 1988 per la prima di ritorno avendo chiuso l’andata in quartultima posizione con 11 punti ed una sola lunghezza di margine sul Como, mentre il Milan è secondo all’inseguimento (25 punti a 22) del Napoli Campione d’Italia capolista, e ad aggiudicarsi l’incontro sono i padroni di casa grazie ad una conclusione da fuori area di Colombo a metà primo tempo con i nerazzurri a finire in 10 per il rosso diretto comminato a Dunga nella ripresa, anche se poi a fine stagione entrambe le Società festeggiano, il Milan la conquista dello Scudetto dopo una clamorosa rimonta sul Napoli ed il Pisa la salvezza, terzultimo con 24 punti a pari merito con Ascoli e Pescara.
L’avvenuta salvezza determina che la sfida “rossonerazzurra” si riproponga a distanza esatta di 12 mesi a fine gennaio 1989 per il 15esimo turno di andata, con il Pisa 11esimo con 11 punti ed il Milan in ripresa dopo un deludente avvio di stagione e reduce dai successi contro Como (4-0) e Roma (3-1), così che ci si attende un successo dei padroni di casa che vengono viceversa bloccati sullo 0-0 grazie ad una “giornata di grazia” di Gian Paolo Grudina, promosso titolare in luogo di Nista, il quale “entra nella storia” respingendo in chiusura di primo tempo un calcio di rigore calciato da Virdis, per quello che resta l’unico errore dal dischetto nella carriera dell’attaccante sardo, anche se poi a fine stagione i nerazzurri retrocedono, penultimi con 23 punti, ed i rossoneri concludono al terzo posto, ma anche in questo caso consolandosi ampiamente con la conquista della loro terza Coppa dei Campioni.
Ultimo appuntamento datato mercoledì 23 gennaio 1991 quale recupero della 12esima giornata a seguito dell’impegno del Milan nella Coppa Intercontinentale, e che va pertanto a completare il Girone di andata, con i rossoneri al momento quarti con 21 punti ed a tre lunghezze di distacco dall’Inter capolista ed i nerazzurri quartultimi a quota 14 con due punti di margine sul Bari, così che la sofferta vittoria per 1-0 (rete di Massaro al 20′) dei padroni di casa li proietta in seconda posizione a stretto contatto con i “cugini”, anche se a fine stagione a far festa sarà la Sampdoria del Presidente Mantovani che si aggiudica l’unico Scudetto della propria Storia precedendo le due milanesi, mentre il Pisa dà l’addio alla Massima Divisione, terz’ultimo con 22 punti, che si trasforma poi in un “lungo arrivederci” durato 34 anni, come ben sappiamo.
Last modified: Ottobre 22, 2025
















