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Il ritorno di Stefano Rapetti a Pisa: quando il cuore batte più forte della partita

PISA – C’è una domenica, nella vita di un professionista, che non assomiglia a nessun’altra. Una domenica in cui il mestiere incontra le radici, in cui la competizione si intreccia con il passato e in cui un semplice stadio si trasforma nel centro esatto delle emozioni. Per Stefano Rapetti, pisano doc, preparatore atletico dell’Inter di Cristian Chivu, quella domenica è stata “speciale“, quando è tornato nella sua Pisa per affrontare (da avversario) la squadra che da sempre porta nel cuore, il Pisa.

di Antonio Tognoli

(Foto Roberto Cappello per Pisanews)

Stiamo parlando di uno dei preparatori atletici top in Italia che ha iniziato proprio da Pisa nell’anno di Mian la sua carriera e che ha toccato i vertici internazionali raggiungendo traguardi importanti come la conquista della Champions League con l’Inter di Josè Mourinho. Da lì si è consolidato il rapporto con lo Special One. A far vibrare davvero il suo cuore è stato  l’affetto di chi lo conosce da una vita. Uno striscione in particolare “Bro sono qui”. Firmato Ilaria, sua sorella, abbonata storica in gradinata, che lo guardava da una delle tribune più vicine al campo. Accanto a lei tutti gli amici di sempre, quelli che lo hanno visto crescere e volare nel calcio dei grandi.

Stefano Rapetti non è un nome qualunque per chi conosce la storia recente del nostro calcio. È l’uomo che ha forgiato parte del fisico e della mentalità dell’Inter del Triplete, lavorando fianco a fianco con José Mourinho in un anno, il 2010 diventato leggenda per i meneghini. E Mourinho lo ha voluto di nuovo con sé alla Roma (ma in precedenza anche nelle esperienze a Manchester a Roma ed in Turchia, segno di una stima rara, autentica, mai scontata. Poi, la chiamata dell’Inter di Chivu: una sfida nuova, un progetto tecnico e umano nel quale Rapetti ha visto una scintilla, una possibilità di crescita e di rinnovamento nel dopo Inzaghi.

Eppure, niente di tutto questo, ha potuto schermare le emozioni di una giornata così. Perché quando la squadra nerazzurra è scesa in campo e il suo sguardo ha vagato verso la curva del Pisa, la sua Curva Nord, Rapetti non era più solo il preparatore atletico di un grande club. Un forte intreccio con la sua città e la sua gente che porta con sé tatuata addosso. Ogni gesto era misurato, ma pieno. Ogni passo era un ritorno. Ogni respiro aveva dentro la memoria dei pomeriggi trascorsi dietro un pallone nella sua città. 

Stefano Rapetti è tornato a casa. Da avversario, sì, ma non per chi lo conosce davvero. Per loro resterà sempre il ragazzo di Pisa che ha fatto strada senza mai dimenticare da dove è partito. E quella domenica, nella Cetilar Arena, lo ha capito una volta di più: certe emozioni non le alleni, ti rimangono dentro. 

Last modified: Dicembre 4, 2025
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