Scritto da 9:16 am Soldi e Risparmi? Obiettivi di vita

Il lato luminoso del fondo pensione

Vantaggi fiscali ed economici dell’essere previdenti.

Di Stefano Sabadini

contributi versati nei fondi pensione sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato ai fini Irpef. Questo significa che il contribuente ha la possibilità di sottrarre tali versamenti al reddito, prima del calcolo della somma da versare al fisco con il beneficio di ridurre l’onere tributario, perché l’imposta si baserà su un reddito più basso. 

L’Irpef, ovvero l’imposta calcolata sul reddito, si misura poi a “scaglioni”: più cresce il reddito, più aumenta la tassazione. Le aliquote, infatti, sono definite come segue:

  • il 23% per lo scaglione di reddito imponibile fino a 15mila euro; 

  • il 25% per lo scaglione tra 15mila euro e 28mila euro; 

  • il 35% per lo scaglione tra 28mila e 50mila euro; 

  • il 43% per lo scaglione oltre i 50mila euro.

L’imposta totale si calcola sommando la tassazione di ogni scaglione, ad esempio supponendo che un contribuente abbia un reddito annuo lordo di 35mila euro, il Fisco dividerà tale reddito in scaglioni. Quindi i primi 15mila euro saranno tassati al 23% (3.450 euro) i redditi da 15mila a 28mila euro al 25% (3.250 euro) e da 28mila euro a 35mila euro, cioè sugli ultimi 7mila euro, al 35% (2.450 euro)”.

Relativamente al fondo pensione, i contributi possono essere versati in tre modi:

  • conferendo al fondo il Tfr (Trattamento di fine rapporto);

  • dal datore di lavoro in base a quanto indicato in busta paga dal lavoratore;

  • dal lavoratore stesso in forma volontaria.

Tutti i contributi versati sono deducibili dal reddito complessivo fino a un importo massimo annuo di 5.164,57 euro escluso il Tfr che ha una propria tassazione separata al momento della liquidazione per il quale quindi non bisognerà fare nulla in sede di dichiarazione.

Per ciò che riguarda il denaro che entra nel fondo pensione, sia per versamento del contribuente o da quello del datore di lavoro, è necessario fare un’ulteriore distinzione: chi ha il fondo di categoria, non dovrà fare nulla, perché la dichiarazione e quindi il risparmio fiscale sono già calcolati in busta paga e segnati nella Certificazione Unica. Per chi invece alimenta il fondo con i propri risparmi, si aprono due scenari: 

  • per chi è tassato secondo i normali scaglioni Irpef, bisogna ricordarsi di presentare l’attestazione dei premi versati l’anno precedente alla dichiarazione;

  • per chi invece non è tassato secondo gli scaglioni Irpef perché in regime forfettario, è importante presentare al proprio fondo pensione il modulo ‘contributi non dedotti’. In questo modo, anche se non potrà sfruttare la deduzione fiscale, i soldi versati nel fondo pensione non verranno tassati alla scadenza del piano.

A questo punto, ipotizziamo che lo stesso contribuente cui accennavamo prima (con un reddito annuo lordo di 35mila euro) decida di versare 2.000 euro all’anno nel fondo pensione. Lo Stato, con la deduzione, abbasserà il suo reddito per quell’anno a 33mila euro, quindi l’anno successivo a quello del versamento del contributo volontario, lo Stato lo premierà restituendogli 700 euro sui 2.000 euro versati, cioè il 35%, che non è altro che la sua aliquota Irpef.

In ultimo è importante sottolineare anche un vantaggio dal punto di vista della tassazione delle plusvalenze maturate dal fondo pensione stesso che è del 20% a differenza della maggior parte degli strumenti finanziari che si attesta al 26%.

A questo punto è d’obbligo la personalizzazione per definire il progetto di ciascuno, il mantenimento del tenore di vita arrivati all’età del ritiro dal lavoro deve essere un diritto di tutti.

Tag: Last modified: Ottobre 31, 2023
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