PONTEDERA – In seguito alla pubblicazione del precedente articolo sul caos vissuto presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Lotti, desidero innanzitutto porgere le mie più sincere scuse alla Direzione dell’Ospedale per aver riportato, in buona fede, una ricostruzione che poteva lasciare intendere l’esistenza di una chiusura ufficiale del reparto.
di Valeria Russo
La Direzione ha giustamente voluto precisare che il Pronto Soccorso non è mai stato formalmente chiuso, e mi assumo la responsabilità di non aver chiarito adeguatamente questo aspetto. La mia testimonianza riflette un’esperienza diretta, vissuta in un momento di grande affollamento e difficoltà, durante il quale è stato percepito da molti – me compreso – un blocco operativo temporaneo del servizio. Alcune ambulanze, che fino a quel momento arrivavano con regolarità, hanno interrotto gli accessi. Una guardia giurata, presente in accettazione, ci ha invitati ad avere pazienza, riferendo che, per ragioni legate alla gestione dell’emergenza, il Primario non accettava più ingressi e le ambulanze venivano momentaneamente dirottate altrove. Questa dinamica ha alimentato la sensazione – sbagliata ma comprensibile – di una chiusura, che non è mai avvenuta nei termini ufficiali.
Mi trovavo tra le decine di pazienti in attesa dopo il triage, in un’area satura e carica di tensione. Ho assistito personalmente a ritardi anche nei confronti dei codici gialli e rossi, non per negligenza del personale, ma per una difficoltà oggettiva a far fronte a un flusso straordinario. Medici e infermieri, come sempre, hanno operato con dedizione e professionalità, pur nelle condizioni limite di una sanità pubblica che continua a soffrire per mancanze strutturali.
La Direzione dell’ospedale Lotti ha ritenuto opportuno chiarire pubblicamente che il servizio del Pronto Soccorso è rimasto sempre attivo, e mi unisco a questa doverosa rettifica, con pieno rispetto per il lavoro che ogni giorno viene svolto tra mille difficoltà.
Quanto accaduto, comunque, evidenzia la necessità urgente di investimenti e rinforzi, perché la pressione continua rischia di mettere in crisi non solo l’organizzazione, ma anche la sicurezza e la serenità di pazienti e operatori.
Rinnovo dunque le mie scuse per l’eventuale confusione generata e ringrazio la Direzione per il lavoro di chiarimento svolto, auspicando che questi momenti servano a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle reali criticità che ancora oggi affliggono il nostro sistema sanitario.
Last modified: Giugno 6, 2025