Scritto da 11:55 am Pisa, Attualità

Celebrato a Pisa il Giorno della Memoria con due iniziative

PISA – Si sono svolte venerdì 27 gennaio due significative cerimonie organizzate dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Comunità Ebraica di Pisa per celebrare degnamente la “Giornata della Memoria” – che ricordiamo essere stata istituita dal Parlamento Italiano con Legge del 20 luglio 2000 in adesione alla proposta internazionale – in commemorazione delle vittime dell’Olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale.

di Giovanni Manenti

Dapprima, alle ore 9, è stata posta una corona d’alloro da parte del Sindaco di Pisa Michele Conti al Monumento “Mai più reticolati” posto in Piazza Vittorio Emanuele II a ricordo dei circa 600mila militari italiani – fra Ufficiali e semplici soldati – che non aderirono alla Repubblica di Salò dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e che per questo furono deportati nei Campi di Concentramento tedeschi dove molti di loro persero la vita.

Successivamente, alle ore 10, è avvenuta l’intitolazione di un’area verde posta fra via delle Trincere e via Canevari alla memoria del Prof. Raffaello Menasci, docente presso la nostra Università e che fu vittima delle leggi razziali che non gli consentirono, in quanto di religione ebraica, di proseguire nella sua professione, per poi essere arrestato a Roma nell’ottobre 1943 assieme alla sua famiglia prima di trovare la morte a Varsavia nel 1944, cerimonia alla quale hanno altresì preso parte, oltre al Primo Cittadino, la Vice Sindaco Raffaella Bonsangue, il Presidente del Consiglio Comunale Alessandro Gennai, Sua Eccellenza il Prefetto Maria Luisa D’Alessandro, il Presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori, il Presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli, unitamente a molte altre autorità civili e militari.

Particolarmente toccante, al riguardo, il messaggio letto dal Sindaco Michele Conti, il quale non ha potuto fare a meno di ricordare come: “fu proprio a Pisa, sia pure casualmente, che il Re Vittorio Emanuele III firmò le vergognose Leggi razziali che comportarono l’espulsione dai luoghi di lavoro, dagli incarichi pubblici, dagli Atenei e dalle Scuole di studenti ed insegnanti ebrei, ovvero bravi cittadini italiani che si ritrovarono a causa della loro religione a subire una discrimninazione che li privava dei loro sacrosanti diritti, effetti che nella nostra città si manifestarono in tutta la loro nefandezza, basti pensare che nella sola Università, all’epoca seconda in Italia solo a Bologna, furono espulsi 290 studenti e 20 professori universitari“.

“Fra questi ultimi“, prosegue il Primo Cittadino, “vi era anche il Prof. Raffaello Menasci, Medico pediatra successivamente arrestato a Roma nell’ottobre 1943 e deportato assieme all’intera sua famiglia nel Campo di sterminio di Auschwitz e quindi scomparso a Varsavia a fine febbraio 1944, risultando uno dei 3 docenti dei 20 epurati che persero la vita ed è pertanto nel ricordo del sacrificio suo e della sua famiglia che questa Amministrazione Comunale, in piena sintonia con la Comunità ebraica, vuole renderngli omaggio intitolando quest’Area verde che abbiamo arricchito aggiungendo a dimora un melograno, simbolo della cultura ebraica tanto da rappresentare i valori di onestà, correttezza e giustizia, che non vennero certo applicati all’epoca nei confronti del Prof. Menasci e degli altri docenti universitari, al pari degli studenti“.

La cerimonia in ricordo del Prof. Menasci è altresì l’occasione per il Sindaco Conti per ricordare come: “fu proprio il Rettore dell’epoca Giovanni D’Achiardi a rendersi zelante protagonista dell’epurazione dell’Ateneo, comportamento recentemente emerso nelle pieghe della nostra Storia, ed al quale è stata intitolata nel 1962, proprio qui vicino, una via su decisione di un Commissario Prefettizio che forse non fu messo al corrente della bibliografia completa del personaggio, visto che ebbe una condanna in contumacia per le sue azioni, tant’è che negli anni a seguire nessun Sindaco aveva mai sospettato di nulla o sollevato dubbi, sino alla scoperta di quanto sopra che ha generato un dibattito pubblico ed in Consiglio Comunale che ha confermato, qualora ve ne fosse stato bisogno, quanto nella nostra città siano vivi e vitali certi anticorpi che impediscono al virus della barbarie, dell’antisemitismo e dell’inciviltà di arricchire e contagiare le nostre esistenze e la stessa libertà democratica della Nazione“.

Ecco pertanto“, conclude Michele Conti, “come fosse maturo il tempo affinché l’Amministrazione prendesse in piena consapevolezza e serenità la decisione comunicata qualche giorno fa che via D’Achiardi muterà presto denominazione in “Via Giusti fra le Nazioni”, in memoria di tutti coloro che hanno agito in modo eroico per salvare anche un solo ebreo dall’abisso della Shoah, facendo sì che il peso della burocrazia che i residenti dovranno sopportare per questo cambio di intitolazione sia riequilibrato dal valore di un segnale così forte e necessario che la città di Pisa doveva alla sua Storia ed alla storia del nostro Paese, trattandosi infatti di una decisione che non significa certo cultura della cancellazione tanto in voga in questa fase della storia occidentale, bensì di un atto di restituzione di dignità e memoria verso chi, innocente, venne sopraffatto sino alla morte dal tentativo del nazifascismo, fortunatamente fallito, di cancellarne il ricordo, risultando quindi un giusto atto di riparazione nei loro confronti ed un altro passo verso la memoria condivisa di questi fatti che non vogliamo nascondere, ma anzi far conoscere alle nuove generazioni affinché abbiano piena consapevolezza di ciò che avvenne in quegli anni“.

Last modified: Gennaio 27, 2023
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