PISA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Enrico Bruni (PD) in merito alla recente riorganizzazione del suolo pubblico nel centro storico e alle criticità emerse nel confronto con gli esercenti.
«In queste settimane, passeggiando per il centro storico, è evidente che qualcosa si è mosso. Alcuni cambiamenti vanno nella direzione giusta: restituire spazio pubblico, alleggerire le piazze e riorganizzare le concessioni può essere utile, soprattutto dopo anni di deroghe concesse in emergenza. Accanto a questi elementi positivi, però, stanno emergendo anche preoccupazioni e molta confusione. Non è accettabile che una riorganizzazione così delicata avvenga senza un confronto preventivo con commercianti ed esercenti. La realtà è che negli ultimi anni si è accumulata una grande disomogeneità: sono state rilasciate più concessioni di quante il centro potesse sostenere, senza una visione complessiva né una chiara strategia. Oggi questo disordine ricade sugli stessi operatori, che si trovano a fare i conti con decisioni improvvise dopo mesi di incertezza. Sarebbe stato necessario definire sin dall’inizio gli obiettivi e la direzione da intraprendere, ma questa visione non c’è mai stata. Si è preferito rassicurare una categoria in difficoltà, salvo poi deluderne le aspettative nel passaggio dalla promessa alla gestione concreta. L’assenza di regole trasparenti e criteri uniformi ha inoltre lasciato spazio a decisioni caso per caso, con logiche che appaiono più corporative che orientate all’interesse generale della città. Nessuno immagina un centro storico invaso da strutture esterne: è giusto fissare limiti chiari e tutelare il decoro urbano. Ma non è accettabile farlo in modo discontinuo, senza programmazione, senza un percorso condiviso e senza ascoltare chi ogni giorno lavora in condizioni già complesse. Serve un regolamento chiaro, frutto di un confronto vero, che definisca obiettivi, criteri e tempi. Serve metodo, prima ancora che rigore. Solo così si può garantire equilibrio tra decoro, vivibilità e sostenibilità economica del centro storico. E solo così si può ricostruire la fiducia di una categoria che oggi si sente, comprensibilmente, abbandonata».
Last modified: Dicembre 1, 2025















