SAN GIULIANO TERME – Al Pala Todisco, venerdì 30 maggio si è svolta la seconda giornata del 39° Congresso Nazionale della SIF – Società Italiana di Flebologia, dedicato interamente all’ambito della malattia venosa cronica, le sue manifestazioni e cosa la collaborazione tra il paziente, il medico specialista e le nuove terapie e tecnologie, possono portare in termini di miglioramento della qualità della vita alla persona colpita.
di Melania Pulizzi

Prima di addentrarci a parlare nello specifico dell’incontro di oggi, è doveroso far comprendere ai nostri lettori, attraverso le parole del Prof. Bruno Amato, Presidente della SIF, di cosa si occupa la Società Italiana di Flebologia, e come questa associazione si impegna a promuovere la ricerca scientifica sulla patologia venosa cronica: “Da oltre 40 anni in presenza nel campo scientifico delle Società Italiane di Medicina, ma anche su ogni territorio regionale, la SIF promuove la conoscenza non solamente a livello di ricerca scientifica, ma anche di formazione di personale giovane, dei medici di base, e delle attività di territorio, sulla Flebologia, considerata finora una materia secondaria, minore, trattando sempre di meno le problematiche venose per quello che riguarda l’insufficienza venosa degli arti inferiori e le sue complicanze trombotiche, in ambito ospedaliero; il territorio deve essere messo a conoscenza di quello che sono invece le tecniche e le procedure più adatte ed economiche per poter affrontare queste problematiche, ed è questo il compito della SIF”. Prevenzione, diagnosi e trattamento: questi sono stati i punti chiave sui quali si è incentrato l’incontro di oggi, con dimostrazioni anche pratiche nelle varie sale a disposizione, oltre che workshop e corsi monotematici rivolti a tutte le professioni sanitarie, dai fisioterapisti agli infermieri, ai podologi, fino agli oss.
Nonostante la medicina abbia fatto passi da gigante, il detto “prevenire è meglio che curare” è ancora imprescindibile, in quanto la pratica della prevenzione parte già dal migliorare e/o cambiare, da parte del paziente, il proprio stile di vita, come ci spiega il Dott. Salvatore Silvano, Medico Chirurgo – Flebologo, perfezionato in Diagnostica Vascolare, Scleroterapia e Ozonoterapia: “La malattia venosa cronica, nasce come una infiammazione, e tutto quello che possiamo fare è agire su di essa attraverso delle piccole e semplici accortezze quotidiane, che ci permetteranno di stare meglio: in primis idratandosi, con almeno 2 litri di acqua al giorno; passeggiare tutti i giorni per attivare la pompa venosa all’altezza del polpaccio che spinge il sangue dal basso verso l’alto, con almeno 500 passi; non esporre le gambe direttamente a fonti di calore, come ad esempio il sole diretto d’estate, bensì in questo caso stendere la crema solare sulle gambe dal basso verso l’alto in modo da favorire il ritorno venoso; dormire con i piedi leggermente sollevati; assumere integratori specifici, affidandosi alle cure di un Flebologo di fiducia, in modo da fare una diagnosi preventiva”.
Una volta comparsa, la malattia venosa cronica può manifestarsi in diverse forme, per esempio attraverso varici e teleangectasie, dove è necessario porre delle opzioni terapeutiche, come ci spiega il Prof. Roberto Di Mitri, Specialista in Chirurgia Generale – Flebologia, e Responsabile del Centro Vascolare Toscano, Centro di Diagnosi e Cura delle Malattie Vascolari per la Casa di Cura San Rossore di Pisa: “Fino a 20 anni fa l’unico trattamento era la chirurgia, mentre in questi ultimi anni la tecnologia ha introdotto nuovi dispositivi e nuove tecniche per poter ottenere gli stessi risultati con minore invasività, evitando il ricovero, con alta percentuale di successo dal punto di vista medico e ripresa immediata per il paziente; tutto questo è stato possibile grazie alle tecniche occlusive chimiche come la scleroterapia e le nuove colle, e le tecniche termo ablative come la radiofrequenza e il laser; nel prossimo futuro ci aspettiamo una nuova applicazione, di cui si parla già da qualche anno, che sarebbe la chiusura della vena o delle vene attraverso la sola esposizione dall’esterno, attraverso particolari onde elettromagnetiche; al momento i limiti per questo genere di terapia sono le attrezzature molto ingombranti, e solo uno o due centri in Italia lo effettuano, mentre il vantaggio è che non è necessaria nessun tipo di anestesia”.
La malattia venosa cronica, si manifesta anche attraverso patologie come il Linfedema e il Lipedema, che oggi grazie a strumenti diagnostici efficaci, è possibile identificare e curare correttamente, come ci spiega il Dott. Vincenzo Mattaliano, Specialista in Chirurgia Generale – Flebologia: “Il trattamento principe è la terapia compressiva, ovvero il bendaggio, con il quale si ottiene il risultato migliore, andando poi a fare il mantenimento con la calza elastica; ci sono anche altre terapie complementari, come il drenaggio linfatico manuale, la pressoterapia e la terapia medica, ma nonostante il ventaglio di possibilità da giocare in questa dura battaglia sono diverse, non portano a guarigione, ma a un controllo di questo tipo di malattie affinché il paziente che ne è affetto possa avere un miglioramento sulla sua qualità di vita”.

In merito invece alla formazione dei professionisti della salute, come i colleghi farmacisti, nel terzo incontro del Congresso, verrà effettuato un corso sponsorizzato dalle Farmacie Comunali di Pisa, in merito alle patologie venose croniche, sul quale la Dott.ssa Lucia Auletta, Biologa e Nutrizionista, Rappresentante da questo anno delle Professioni Sanitarie nel Direttivo Nazionale, in base al suo interesse e studio su di esse, ha confermato quanto sia importante anche il loro ruolo, dato che la persona comune che avverte le gambe gonfie si reca come primo luogo in farmacia, dove un integratore drenante per chi soffre di lipedema probabilmente non è quello di cui ha bisogno; inoltre, la Dott.ssa Auletta, ha ricordato anche l’importanza riguardo le testimonianze dei pazienti, oggi rappresentate dall’Associazione LIO Lipedema Italia, anch’essa presente all’incontro, per raccontare i disagi fisici, psicologici ed economici che essi vivono sulla propria pelle.
Last modified: Maggio 31, 2025















