Mutuo, meglio fisso o variabile? Di Stefano Sabadini
L’ultima decisione della BCE di giovedì 15 giugno di alzare i tassi di interesse era già ampiamente scontata dal mercato, ma rimane comunque una importante notizia per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o intende accenderne uno nuovo. Oltre a questo, la Presidente Christine Lagarde ha esplicitamente ammesso come l’istituto di Francoforte sia ancora lontano dall’uscire vincitore nella guerra contro l’inflazione e si ritenga insoddisfatto dei risultati raggiunti finora con le strette monetarie, “abbiamo terminato il cammino? No, non siamo a destinazione. Abbiamo altra strada da fare? Sì. A meno di cambiamenti radicali nel nostro scenario di base, continueremo ad alzare i tassi alla prossima riunione, non stiamo pensando a una pausa. Non abbiamo nemmeno parlato di una sosta perché abbiamo ancora lavoro da fare”. Conseguentemente gli analisti prevedono non solo il rialzo a luglio ma un altro anche a settembre che quasi certamente non basterà.
Probabilmente dopo l’autunno, con le prime proiezioni per il 2024, si potranno avere indicazioni più complete e capire se avremo raggiunto davvero il picco sui tassi e quanta strada resta da fare.
Ricordo che il tasso di interesse dei mutui può essere di due tipi, fisso o variabile. Nel caso di tasso fisso, il tasso viene deciso al momento della sottoscrizione del mutuo stesso e non varia nel tempo, quindi si conosce con certezza l’importo della rata mensile per tutta la durata del finanziamento mentre nel caso del variabile il tasso di interesse, e quindi l’importo delle rate, varia nel tempo a seconda dell’andamento del parametro Euribor.
La domanda più frequente è, quindi quale mi conviene di più? E inoltre, se ho un mutuo a tasso variabile mi conviene trasformarlo in fisso? Oppure una soluzione mista? E se faccio il fisso poi quando i tassi scenderanno e la mia rata rimarrà più alta per sempre?
La risposta non è così scontata e non bisogna farsi condizionare troppo dalla situazione del momento in quanto si valuta un’operazione che ha durate di quindici, venti ed anche trent’anni per cui è indispensabile fare alcune considerazioni.
Quelli che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile fino ad un anno fa pagavano più o meno solo lo spread che la banca applica in quanto i tassi di interesse erano negativi, ma sapevano che non poteva durare a lungo, l’Euribor non è nato per essere negativo; quindi, dovranno stringere i denti ancora un po’ per poi vedere qualche calo anche se di certo non si tornerà ai livelli di prima.
Quelli che scelgono il tasso fisso bloccano per sempre una situazione temporanea piuttosto impegnativa perché il tasso è comunque rialzato, pagando il senso di maggiore tranquillità attuale con il vedere scendere le rate degli altri tra un po’ di tempo.
Come sempre la soluzione non può essere generalizzata, è indispensabile mettersi al tavolo e fare una proiezione dei propri obiettivi di vita presenti e futuri, scendendo nei dettagli, considerando lo sviluppo dei flussi di reddito all’interno di una famiglia e non prendere decisioni troppo affrettate.
Non si valuta solo un tasso, si valutano progetti di vita connessi tra loro e interdipendenti, sapendo che non ci sono certezze assolute ma la pianificazione può davvero aiutare a fare le migliori scelte possibili.
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