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“L’Oroscopo senza segni”: Per non dimenticare mai

PISA – Oggi il nostro oracolo realistico vi parla della memoria e del fare attenzione a non cadere mai nella tentazione dell’oblio.
Nel mondo ci sono molte guerre che causano morti e distruzione ma si parla solo di quelle che fanno più notizia e che coinvolgono stati importanti e personalità eminenti.

di Leonardo Miraglia

Nel tempo le guerre hanno costretto popolazioni alla fuga e distrutto svariate etnie. Si parla, però, e si ricorda ancora oggi, con tutta la nostra lungimiranza e magnanimità, soltanto di poche di queste sempre perché sono stati conflitti evidentemente gravi e che hanno implicato potenze mondiali. Il ricordo, tuttavia, non deve limitarsi a queste operazioni distruttive, seppur eclatanti e che coinvolgono profondamente tutto il pianeta, perché etnie scomparse dopo essere state colpite a morte e depredate delle loro terre ce ne sono in grande numero. La vita di popolazioni presenti da sempre in zone specifiche del globo è stata spezzata e gettata al vento da eserciti invasori e altri popoli in movimento, gruppi etnici autoctoni tsono stati cancellati dalla faccia della Terra e confinati così nel più profondo limbo dell’oblio (che è ben peggiore del paradiso o dell’inferno perché nel limbo si è sospesi in una condizione indefinita e perciò invisibili). Il proposito odierno è la rimembranza di tutti quei popoli sconfitti e cancellati dalla Terra e dalla memoria nella speranza di riuscire ad evitare l’annullamento definitivo di milioni di esistenze. Una di queste popolazioni è stata sconfitta e seppur non completamente distrutta (come successe invece ai Maya annientati dagli spagnoli nel XVI secolo) relegata in zone confinate chiamate “riserve” come se fossero animali in via di estinzione, confinandoli quindi nel limbo di cui sopra: i nativi americani conosciuti da sempre come pellerossa.

Oggi, ricorre la data di dipartita di Geronimo deceduto il 17 febbraio 1909 il cui vero nome era Goyaale ed era nato ad Arizpe nell’odierno Messico il 16 giugno 1829. Questo guerriero fu un importante capo degli Apache e condottiero dell’ultimo gruppo di nativi americani che si rifiutò di riconoscere la sovranità statunitense sul proprio territorio combattendo strenuamente fino a che la prepotenza dei bianchi, non li portò alla definitiva sconfitta.

Per lo spazio dedicato agli scienziati fondamentali ma schivi e dediti alla ricerca piuttosto che alla fama oggi vi parliamo, del dottor Michiaki Takahashi nato il 17 febbraio 1928 a Osaka. Takahashi dopo essersi laureato in medicina presso l’Università di Osaka entrò a far parte dell’istituto di ricerca per le malattie microbiche dell’Università di Osaka nel 1959. Dopo aver studiato i virus del morbillo e della poliomielite, il dottor Takahashi accettò una borsa di ricerca nel 1963 presso il Baylor College negli Stati Uniti. Fu durante questo periodo che suo figlio sviluppò un grave attacco di varicella, portandolo a rivolgere la sua esperienza verso la lotta contro questa malattia altamente trasmissibile.

Il dottor Takahashi tornò in Giappone nel 1965 e iniziò a coltivare virus vivi ma indeboliti della varicella nei tessuti animali e umani. Dopo soli cinque anni di sviluppo il vaccino contro la varicella era pronto per gli studi clinici; successivamente è stato sottoposto a rigorose ricerche con pazienti immunodepressi e si è dimostrato estremamente efficace.
Nel 1986, la Fondazione di ricerca per le malattie microbiche dell’Università di Osaka ha iniziato il lancio in Giappone del vaccino creato dal dottor Takahashi utilizzato come unico contro la varicella approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Da allora il vaccino di Takahashi è stato somministrato a milioni di bambini in tutto il mondo come misura efficace per prevenire casi gravi di questa malattia virale contagiosa e la sua trasmissione.

Last modified: Febbraio 17, 2023
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