PISA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa degli “Amici di Pisa”.
“Prima di entrare nel merito della questione, è importante tracciare un quadro delle figure di spicco e dei precedenti rettori della Scuola Sant’Anna, un istituto pubblico di ordinamento speciale riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Tra i rettori precedenti si annoverano nomi illustri come Maria Chiara Carrozza (2007-2013) e Pierdomenico Perata (2013-2019), mentre tra gli allievi di rilievo figurano personalità quali Giuliano Amato, Antonio Cassese, Sabino Cassese, Enrico Letta e Antonio Maccanico. Dal 2019, la guida della Scuola Sant’Anna è stata assunta dalla professoressa Sabina Nuti, la quale, laureatasi a Pisa in Scienze Politiche e perfezionatasi presso la stessa Scuola Sant’Anna, ha consolidato gran parte della sua carriera professionale in questo contesto”. Prosegue il comunicato “Tuttavia, la sua candidatura come consigliere nel Consiglio di Amministrazione di TA, nella lista dei soci privati di maggioranza guidata da CAI, suscita perplessità. Questo perché sarebbe stata più congrua se presentata nella lista di minoranza dei soci pubblici, tenendo conto del suo ruolo pubblico. Inoltre, la giustificazione addotta dalla professoressa Nuti, secondo cui avrebbe accettato l’opportunità offertale per il suo attaccamento a Pisa e il desiderio di contribuire alla città, appare incoerente con la riduzione statutaria approvata, nella stessa Assemblea che l’ha eletta, sulla presenza dei soci pubblici di minoranza nel CDA di TA, portata da 5 a 2. Ciò solleva interrogativi sul grado di consapevolezza della professoressa Nuti riguardo a questa decisione prima della sua elezione. Infine, riguardo ai contributi dei soci pisani, sia pubblici che privati,” affermano gli Amici di Pisa “emerge la critica riguardo al sostegno al progetto proposto da CAI per lo sviluppo del Vespucci, mentre il terminal del Galilei è rimasto inattivo per 14 anni. Tale immobilismo contrasta con le posizioni assunte dal Consiglio comunale di Pisa e solleva domande sulla responsabilità politica di questa situazione, soprattutto alla luce della nomina del manager Andrea Barbuti, apparentemente legato agli interessi della famiglia del senatore lucchese Andrea Marcucci, e la cui competenza commerciale non sembra rappresentare appieno la volontà politica espressa dagli elettori pisani attraverso il loro Consiglio comunale. In conclusione, emerge la necessità di una maggiore chiarezza e coerenza nelle azioni e nelle nomine che riguardano lo sviluppo e il benessere del territorio pisano e della sua comunità“, conclude la nota.