SAN GIULIANO TERME — Giovedì 29 maggio presso l’Aula Milano del nuovissimo Pala Todisco a San Giuliano Terme in Provincia di Pisa, si è tenuto il primo dei tre incontri dedicati interamente al 39°Congresso Nazionale della SIF – Società Italiana di Flebologia.
di Melania Pulizzi
Con la partecipazione del Prof. Bruno Amato, Presidente Nazionale SIF, e di altri nomi illustri della medicina dedicata alla branca della flebologia, affiancata ad altre specializzazioni come la fisioterapia, la nutrizione, l’attività infermieristica e altre professioni sanitarie, al Pala Todisco si alterneranno fino a Sabato 31 Maggio, discussioni e interventi in merito a come le nuove tecnologie e strategie terapeutiche, applicate su pazienti affetti da malattia venosa cronica, possano nettamente migliorare la loro qualità di vita.

Durante l’incontro il Prof. Roberto Di Mitri, Specialista in Chirurgia Generale – Flebologia, e Responsabile del Centro Vascolare Toscano, Centro di Diagnosi e Cura delle Malattie Vascolari per la Casa di Cura San Rossore di Pisa, ci ha parlato della possibilità dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in Flebologia: “Non sappiamo ancora quali sono le potenzialità vere di questa applicazione e se questo può portare un danno al percorso diagnostico/terapeutico del paziente. Sicuramente in ambito flebologico, l’intelligenza artificiale applicata alla diagnostica, e quindi alle nuove tecnologie, può darci sicuramente un aiuto, a patto che non si sostituisca al ruolo del medico; sta a noi porre dei limiti alla stessa, sicuramente cominciando a capire quali sono i suoi limiti”.
La sintomatologia vascolare cambia da paziente a paziente, ma soprattutto tra uomo e donna, come ci ha spiegato il Dott. Marcello Bernardini, Medico Specialista in Chirurgia Generale – Flebologia, e collaboratore con Toscana Medical Supports Centro Ambulatoriale Autorizzato in Diagnostica Vascolare ha affermato: “Abbiamo riscontrato un ritardo di diagnosi nel genere femminile rispetto al genere maschile, nel rischio cardiovascolare; la sensibilità al dolore è diversa. Così per quanto riguarda il campo flebologico, dove abbiamo notato dei risultati clinici e terapeutici diversi e inaspettati nelle lesioni ulcerative degli arti inferiori che hanno varie influenze, nell’uomo e nella donna la guarigione di certi tipi di ulcerazione cambia, perchè il genere maschile ha delle caratteristiche cutanee e sottocutanee diverse rispetto alla donna, dovuto ai dosaggi ormonali, alla quantità di zone pilifere; quindi il nuovo orizzonte è arrivare a diversificare le terapie a seconda del genere, andando come un sarto a cucire sul paziente un abito su misura”.
La Flebologia, inoltre, collaborando con altri ambiti della medicina, tra cui la nutrizione, va a favorire il percorso di guarigione del paziente affetto da malattia venosa cronica, andando a produrre ulteriori benefici ad esso, come ci ha spiegato la Dott.ssa Lucia Auletta, Biologa e Nutrizionista, Rappresentante da questo anno delle Professioni Sanitarie nel Direttivo Nazionale : “La prima cosa da fare è accogliere il paziente e seguirlo a 360°, prevedendo e prevenendo alcune caratteristiche negative della sua quotidianità, come le cattive abitudini dal punto di vista alimentare, incentivandolo inoltre all’attività fisica regolare; questo farebbe già la differenza per evitare l’aggravarsi della malattia e andando ad aumentare i risultati delle terapie; del resto la prevenzione è a tavola”.
Last modified: Maggio 30, 2025