Oltre diecimila sono scesi in piazza secondo i dati degli organizzatori
PISA – La città di Pisa è stata teatro di una imponente mobilitazione Pro Palestina venerdì 3 ottobre, che ha attraversato coreograficamente piazze, lungarni, strade principali e infrastrutture chiave, fino a culminare con il blocco dell’aeroporto intorno alle ore 16. Un’azione dimostrativa per fermare le atrocità a Gaza che gli organizzatori quantificano in oltre diecimila unità scese in piazza.

La protesta è iniziata presto: i manifestanti si sono radunati in Piazza XX Settembre, ribattezzata “Piazza Gaza” dagli attivisti, per dare avvio al corteo. Da lì, la colonna si è diretta lungo i Lungarni, snodandosi in un percorso che ha lambito il cuore storico cittadino. Successivamente, il gruppo ha fatto tappa al Bar Livorno, luogo simbolico scelto per una breve sosta e consolidamento del presidio.
La tensione è cresciuta quando il corteo ha imposto il blocco dell’autostrada, fermando il traffico. Tale azione dimostrativa ha anticipato la prossima fase: nel pomeriggio di venerdì, verso le 16, i manifestanti hanno fatto irruzione nell’area aeroportuale pisana, occupandola e impedendo l’operatività consueta dello scalo.
Le ripercussioni sul tessuto urbano sono state immediate: traffico nel caos, rallentamenti su tutte le direttrici principali, difficoltà alla mobilità pubblica e privata. Per le forze dell’ordine la gestione dell’ordine pubblico si è rivelata complessa, data l’ampiezza del corteo e la componente imprevista di deviazioni dal percorso prestabilito. Non si registrano al momento notizie ufficiali di scontri violenti, ma l’azione del blocco aeroportuale implica conseguenze notevoli, sia per i passeggeri che per le attività dello scalo.

I promotori della manifestazione rivendicano l’azione come “necessaria per rompere il silenzio internazionale” e denunciano “complicità e indifferenza dei governi europei”. Dall’altro lato, esponenti istituzionali e dell’ordine pubblico richiamano al rispetto delle norme e segnalano che atti come il blocco di infrastrutture strategiche possono configurare reati di interruzione di pubblico servizio.
La giornata di oggi potrebbe essere solo una tappa: di nuove azioni di mobilitazione nei prossimi giorni. Il dibattito cittadino si accende e Pisa si trova al centro di una protesta che vuole essere simbolo nazionale.
Parola ai manifestanti. “Anche questo venerdì di sciopero ha confermato con i numeri, con la determinazione dei manifestanti, con i blocchi che ci sono stati in tantissime città italiane, che c’è una frattura netta tra gli abitanti di questo paese e il governo. A Pisa almeno 20000 persone, raddoppiando quelli i numeri dello sciopero del 22 settembre, sono scese in piazza , occupando prima le strade del centro, poi la statale Aurelia, la superstrada fi-pi-li fino al casello autostradale, per poi rientrare e bloccare di nuovo la città. Nonostante l’alt della commissione di garanzia nei confronti dello sciopero generale, nonostante gli allarmi lanciati da Salvini, preoccupato che si bloccasse di nuovo la FI-PI-LI. Noi l’abbiamo rifatto, perché in questo paese un ministro sionista non ha nessuna autorità nei confronti delle milioni di lavoratori e lavoratrici solidali con il popolo Palestinese. Non si accetterà più che la Meloni, Salvini e la loro schiera di criminali di guerra continuino a governare questo paese, lo ripeteremo corteo dopo corteo, blocco dopo blocco, che questo governo deve dimettersi! Si continua da domani, partiamo tutti e tutte alle 7 dalla stazione centrale di Pisa per la manifestazione nazionale a Roma con le comunità Palestinesi“.
















