PISA- Si è appena conclusa la 18ª campagna di scavo della Missione Archeologica Italiana in Anatolia Centrale, guidata dall’Università di Pisa nel sito di Uşaklı Höyük, sull’altopiano anatolico. Tra i ritrovamenti più rilevanti: resti umani infantili in un contesto che suggerisce possibili pratiche rituali ittite.

Il team, coordinato dal professor Anacleto D’Agostino, ha operato nell’ambito di un progetto internazionale con università turche, italiane e europee. Le ricerche hanno fatto luce sulla misteriosa Struttura Circolare (scoperta nel 2021), evidenziandone la funzione cultuale e la continuità d’uso nel tempo. I resti di sette infanti, non sepolti in tombe ma associati a frammenti ceramici, cenere e ossa animali, rafforzano l’ipotesi di un’area destinata a riti legati alla morte dei bambini.

Particolare rilievo ha il ritrovamento di un dente ben conservato, che potrà offrire una datazione assoluta e, grazie all’analisi del DNA, preziose informazioni biologiche sulle popolazioni ittite.
Lo scavo ha interessato anche l’acropoli, rivelando strutture databili tra l’età del Ferro e l’ellenismo, e l’Area G, dove prosegue lo studio della necropoli medievale, con indagini genetiche su una famiglia vissuta dopo la battaglia di Manzinkert (1071 d.C.).
Le analisi dei reperti — ceramiche, resti animali, semi e campioni di DNA — stanno arricchendo la conoscenza della vita quotidiana, dell’economia e dell’ambiente dell’antico insediamento. In particolare, una fossa contenente interi scheletri di animali (cavalli, asini, caprovini, lepri) potrebbe indicare pratiche cerimoniali.
Il progetto è l’unica missione archeologica italiana in un sito ittita della madrepatria e rappresenta un modello di cooperazione internazionale, con il sostegno del Ministero degli Esteri italiano, la Fondazione per l’Oriente Mediterraneo, Oxford University, il Progetto PRIN AlandA e i fondi Next Generation EU.
Ulteriori dettagli sono disponibili sul sito del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa.
