PISA – “Purtroppo siamo stati facili profeti quando negli scorsi giorni abbiamo depositato una interrogazione in consiglio comunale al sindaco Conti per sapere se era sua intenzione proporre in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza l’istituzione di una zona rossa nella nostra città in base alla direttiva del Ministro Piantedosi. E puntualmente la nostra preoccupazione era più che fondata”, afferma Ciccio Auletta di Una Città In Comune.
“Siamo quindi totalmente contrati alla decisione della Prefettura di Pisa di istituire una zona rossa nelle aree adiacenti alla Stazione Centrale, assunta su proposta del sindaco leghista Conti: una ulteriore arma che questa destra mette in gioco per aumentare l’esclusione sociale e la repressione. Ancora una volta si interviene demagogicamente sull’area della Stazione, con politiche repressive e emarginatrici, nascoste sotto la promessa del securitarismo per nascondere le pesantissime responsabilità della Giunta Conti per i mancati interventi e politiche che spettano al Comune”.
“Con criteri così vaghi, come quelli contenuti nella circolare, a pagare le spese delle promesse di maggiore sicurezza saranno le fasce deboli di popolazione, come chi è senza fissa dimora o senza permesso di soggiorno. Sappiamo bene infatti come l’essere pregiudicato sia ormai spesso il corollario scontato dell’emarginazione sociale, in un mondo di disuguaglianze crescenti. Ripetiamo da anni e anni che la zona Stazione avrebbe bisogno di ampi interventi di riqualificazione urbana e sociale: magari non per farne l’ennesimo quartiere pieno solo di turisti e di tavolini di ristoranti, ma per creare uno spazio accogliente e vivibile per bambini, famiglie, residenti, anziani, giovani, recuperando spazi e le decine e decine di case abbandonate. Ma nulla viene fatto perché da anni dalla destra che periodicamente invoca telecamere, presidi fissi e mobili di polizia, interventi “muscolari” delle forze dell’ordine, espulsioni e ora la zona rossa : ennesimo inutile e pericoloso tassello di queste politiche di propaganda securitaria”, conclude Auletta.
Last modified: Gennaio 18, 2025