PISA – “In questi giorni il tratto di via San Frediano, che restringendosi verso Piazza dei Cavalieri va a creare una sorta d’imbuto, è stato ripulito e, per magia, è sparito anche il bel graffito con il divieto di manganellare gli studenti e le studentesse. È trascorso più di un mese dalle violenze perpetrate delle forze dell’ordine su un centinaio di giovani, per lo più minorenni, che manifestavano pacificamente per il cessate il fuoco in Palestina e da allora i principali responsabili sono ancora al proprio posto. Come se niente fosse” afferma in una nota Una Città in Comune.
“Eppure è ancora vivo il trauma subito da quegli studenti e quelle studentesse manganellati a freddo e dalle loro compagne e compagni che, dall’ingresso del Liceo artistico Russoli, in orario scolastico, sono stati costretti ad assistere a quelle assurde cariche e magari ne sono rimasti coinvolti. Da allora la città ha manifestato più volte rabbia e sconcerto: la sera stessa migliaia di persone sono scese in piazza indignate e il giorno dopo la comunità scolastica del Russoli ha occupato simbolicamente Piazza dei Cavalieri chiedendo in primis le dimissioni del Questore; nuovamente quella sera le strade della città sono state invase. Subito si sono levate voci autorevoli, dai dirigenti scolastici della Provincia all’Arcivescovo di Pisa, che hanno condannato quella pagina vergognosa. Fino all’intervento del Presidente della Repubblica: “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. I media nazionali sono rimasti appostati ai cancelli della scuola per una settimana con taccuini, microfoni e telecamere, quindi il 2 marzo una marea di migliaia di persone è tornata a sfilare “per la Palestina e contro i manganelli”. Ora si raschiano i muri, nel nome del decoro, cercando di facilitare il rapido sbiadire della memoria e si vorrebbe che tutto tornasse come prima, come se niente fosse successo. Tranne per chi ha visto e soprattutto per chi ha vissuto sulla propria pelle quelle ingiustificabili violenze. Qualche giorno fa anche il sindacato di polizia Siulp Pisa si è (finalmente) fatto sentire. Ha annunciato che il 10 aprile, in occasione della Festa della Polizia, intende manifestare il proprio “dissenso nei confronti della gestione che il questore di Pisa, Sebastiano Salvo, sta operando nei confronti del personale di polizia e di conseguenza nei confronti della nostra città”; perplessità, continua la nota del sindacato, “che vanno ben oltre i fatti accaduti quel 23 febbraio 2024”. Si parla infatti di un “dossier di circa 200 pagine già inviate al Dipartimento della PS”, che avrebbero potuto portare ad un intervento tempestivo evitando quelle violenze su giovani inermi.
Sebbene giunto con notevole ritardo, quel comunicato testimonia il clima estremamente difficile creato dal Questore ancor prima di febbraio e fa sperare che all’interno del corpo di polizia c’è chi voglia far chiarezza sulle responsabilità di quella triste e indegna giornata. Da parte nostra in vista di questa occasione rilanciamo la richiesta delle dimissioni del Questore che da quel 23 febbraio stiamo richiedendo a gran voce”, conclude la nota di Una Città in Comune.
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