Written by 7:23 am Eventi/Spettacolo, Pisa

Un trionfo al Teatro Verdi di Pisa per “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti

PISA – Beh …, e se uno dei parametri per valutare il successo di uno spettacolo teatrale deve essere l’apprezzamento del pubblico, allora il “Don Pasqualedi Gaetano Donizetti, andato in scena venerdì sera 2 dicembre ed in replica al pomeriggio di domenica 4 al Teatro Verdi di Pisa va classificato come un trionfo per il consenso ottenuto sia durante i tre atti dell’opera che per gli scroscianti applausi conclusivi riservati ad interpreti, regista, scenografi ed orchestrali.

di Giovanni Manenti

Ha pertanto fatto nuovamente centro l’ennesima produzione del “Verdi”, che si è avvalsa per l’allestimento scenico della Fondazione Teatro di Bologna e dell’Orchestra e Coro Arché sotto la Direzione del Maestro Carmine Pinto, proponendo agli spettatori presenti una rivisitazione in chiave moderna dell’opera buffa che Donizetti – già famoso per i suoi più celebri successi quali “Anna Bolena”, “L’Elisir d’Amore”, “Lucia di Lammermoor”, “La Favorita” e “La Figlia del Reggimento” – ebbe a comporre nel 1842 rifacendosi al dramma giocoso “Ser Marcantonio” del lombardo Angelo Anelli.

In effetti, in un periodo come quello del Risorgimento Italiano, con i Teatri a pullulare di sentimenti patriottici poi culminati con l’Unità d’Italia nel 1861, mandare in scena una pièce che tratta dell’amore tra un ricco, ma anziano benestante (Don Pasquale) ed il suo desiderio di convolare a nozze anche per diseredare il nipote Ernesto che non vuole acconsentire a sposare una nobile e danarosa zitella in quanto amante della giovane ma modesta Norina, può sembrare un tantino fuori luogo per l’epoca, tant’è che il debutto avviene al “Theatre Italien” di Parigi ad inizio anni 1843, riscuotendo un immediato successo grazie anche all’eccezionale cast di interpreti.

Più rispondente viceversa ai giorni nostri una tale situazione di idillio, dove unioni fra soggetti con una elevata disparità di anni non fanno più tanta notizia, specie se il più anziano è persona facoltosa, così che l’opera di Donizetti appare quanto mai attuale pur se a quasi due secoli di distanza, ed in tale ottica occorre rivolgere un assoluto apprezzamento nell’allestimento di scene e costumi, fra cui spicca una versione di “Vacanze Romane” in cui Norina ed il Dottor Malatesta viaggiano per Roma in Vespa alla stessa stregua di Audrey Hepburn e Gregory Peck nella famosa pellicola vincitrice di ben tre Premi Oscar.

Trattandosi, peraltro, di un’opera lirica, non vanno sottaciute le esibizioni del basso Michele Govi nel ruolo di Don Pasquale, al pari del tenore César Cortés quale Ernesto e del baritono Daniele Terenzi nelle vesti del Dottor Malatesta, ancorché, non essendovi nello spartito una romanza celebre come nelle più famose opere del tempo, ma solo dialoghi, la massima espressione se la guadagna la triestina Elisa Verzier, applauditissima soprano nel ruolo di Norina, autentica mattatrice sul palcoscenico …

Ed, infine, un omaggio, largamente postumo, anche al Maestro bergamasco per la morale racchiusa nella chiosa conclusiva: “ben è scemo di cervello chi s’ammoglia in vecchia età, va a cercar col campanello noie e doglie in quantità …!!”, quanta verità.

Last modified: Dicembre 14, 2022
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