PISA- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa degli studenti sull’occupazione dell’aula studio di Palazzo Ricci.
“Oggi, come studenti, abbiamo occupato e teniamo aperta l’aula studio di Palazzo Ricci in segno di protesta contro i tagli e le scelte economiche che gravano sulle spalle delle fasce più deboli. I tagli ministeriali, uniti al grande buco di bilancio causato dalle decisioni della governance dell’Università di Pisa, obbligano l’ateneo a dover recuperare 20 milioni di euro dal bilancio del 2025. E ancora una volta, sono i lavoratori, gli studenti e i precari a pagare il prezzo di queste scelte. Con la riduzione degli orari di apertura di musei e biblioteche, la chiusura dei dipartimenti il sabato, e il non rinnovo dei contratti a termine per portinerie e pulizie, molti lavoratori vedono ridursi le proprie ore di lavoro. Inoltre, a partire dall’anno prossimo, la metà dei posti di dottorato verrà eliminata, rendendo ancora più difficile, se non impossibile, ottenere una posizione stabile nel mondo accademico. Contestualmente, l’accesso a riviste elettroniche e banche dati verrà drasticamente ridotto, mentre il fondo di sostegno alla ricerca sarà quasi azzerato. Questo porterà ad un incremento dei costi a carico dei singoli ricercatori o all’affermarsi di finanziamenti privati nella ricerca, un processo che rischia di compromettere l’indipendenza accademica. Tutto questo avviene mentre le tasse universitarie per gli studenti aumentano, aggravando ulteriormente una situazione già insostenibile a causa dei costi di vita, come l’alto prezzo della mensa e degli affitti, e le difficoltà legate all’accesso e al mantenimento delle borse di studio. Oggi, con questa protesta, rivendichiamo gli spazi necessari per lo studio e la vita universitaria, che diventano sempre più rari e sempre più ostili alla nostra presenza. Questo non è un fenomeno temporaneo, ma il segno di un processo di definanziamento dell’università che va fermato ora. Le scelte dell’amministrazione vanno contro la sua comunità e i suoi lavoratori, studenti e ricercatori precari. Dove l’amministrazione vede solo un costo per il bilancio, noi vediamo il nostro futuro e i nostri bisogni. Per questo motivo, chiediamo che l’Università di Pisa: aumenti i posti a tempo indeterminato nei servizi essenziali come portierato e pulizie, cessando di scaricare i costi sui lavoratori tramite gli appalti, garantisce l’apertura degli spazi per gli studenti, come aule studio e poli, nei weekend e fino a sera tarda, ripristini il fondo di sostegno alla ricerca e l’accesso a riviste online e banche dati, ripristini i posti di dottorato, affinché gli studenti possano immaginare un futuro nell’ateneo, smetta di investire in poli inutili e dannosi fuori città e concentri gli sforzi su quelli centrali, come il San Rossore, che necessitano di interventi urgenti, rifinanzi i laboratori e le infrastrutture didattiche e sperimentali, aumenti il numero di appelli di esame per compensare i disagi causati alla componente studentesca, non aumenti ulteriormente le tasse universitarie. Siamo in stato di agitazione e continueremo ad organizzarci e mobilitarci per rivendicare ciò che ci spetta.”, conclude il comunicato.
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Last modified: Gennaio 28, 2025