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La Cambogia dei Khmer Rossi in un libro appena pubblicato e curato da Marco Respinti è stato presentato a Pisa

PISA – Trentasei anni fa veniva abbattuto il Muro di Berlino che imprigionava nella Berlino comunista 1milione e duecentomila tedeschi e che segna il collasso del comunismo in Europa.

Dal 2005 il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre il Giorno della Libertà proprio per ricordare questi avvenimenti e “con iniziative di divulgazione, l’amministrazione comunale di Pisa cerca di approfondire la storia e le vicende che hanno segnato i crimini del comunismo. E la ricorrenza del Giorno della libertà è l’occasione per farlo. Quest’anno approfondiamo una storia poco conosciuta, la Cambogia, grazie alla presentazione del volume di Laurence Picq, Oltre il cielo. I miei anni con i Khmer Rossi nella Cambogia del genocidio, 1975-1979, volume pubblicato da Tralerighe Libri e curato da Marco Respinti, giornalista e direttore di BitterWinter.org che ci condurrà a conoscere queste drammatiche vicende”.

Con queste parole l’assessore Filippo Bedini ha introdotto l’incontro organizzato dal Comune di Pisa nella Biblioteca SMS giovedì 6 novembre.

“Ci sono pagine della storia sconosciute e delle quali si parla troppo poco”. Una di queste è la rivoluzione che ha travolto la Cambogia tra gli inizi degli anni 1970 e il 1979. Rivoluzione, quella dei Khmer Rossi, che ha cercato di fare tabula rasa e ricostruire ex nihilo una società fondata sull’ideologia comunista. Persecuzione delle minoranze, divieto di religione, chiusura delle scuole e altro. Il volume che presentiamo, scritto da Laurence Picq, racconta gli anni 1975-1979 da quando i Khmer Rossi entrarono nella capitale cambogiana, Phom Pen, il 17 aprile 1975, come fece a suo tempo Urla del silenzio (The Killing Fields), il film del 1984».

Andrea Bartelloni, collaboratore del settimanale diocesano Vita Nova, ha ricordato come, cinquanta anni fa, nel 1975, quando i Khmer Rossi entrarono nella capitale Phom Pen, completando la conquista della Cambogia, da noi nessuno parlava di quegli avvenimenti. “Solamente un missionario del Pime, padre Piero Gheddo, nel 1976 pubblicò un libro (Cambogia rivoluzione senza amore, Sei) dove, grazie alla rete di missionari presenti in Indocina dal 1850, raccontava quanto stava accadendo e venne accusato di essere un “missionario finanziato della Cia” (Emilio Sarzì Amadè, L’Unità). “I missionari (…) traducevano la radio e i bollettini dei Khmer rossi (…). Io ne davo resoconti spaventosi, che personalmente portavo in Italia e pubblicavo su Mondo e Missione» (1974-1976), diceva padre Gheddo, ma non si voleva credere. Bartelloni ha lasciato la parola a Marco Respinti con una domanda: perché ci interessiamo di eventi storici così lontani? Quale è il senso e l’importanza per l’uomo di oggi?
«Perché rievocare queste vicende? Sono quasi tutti morti, Pol Pot sfugge alle maglie del tribunale e viene ucciso in un regolamento di conti tra bande Khmer. Che senso ha riparlarne? Per vendetta? No, risponde Marco Respinti, ma perché un esperimento così limite mostra l’itinerario della rivoluzione comunista, l’obbiettivo. Ma non tutti i comunismi sono stati così. La Khampucea ci dimostra dove arriva il comunismo, è un episodio limite. Se voglio mostrare il genio dell’uomo nella poesia indico Eliot, Cavalcanti, Dante, il genio dell’umanità. Se voglio mostrare il comunismo mostro la Khampucea Democratica, e gli esempi inquietanti cominciano ad essere tanti: lo stalinismo, il maoismo, l’Albania di Henver Hoxa, forse non sono eccezioni, ma ancora di più l’esperimento comunista va smascherato come sviluppo coerente per sfuggire al meccanismo che porta gli altri comunismi, certamente diversi, a dire: “erano compagni che sbagliano”, “hanno esagerato troppo”, fino al “non erano comunisti”. Oggi va di moda parlare della Cina e dire che non è più comunista, non è vero, è orgogliosamente comunista e va chiamata col proprio nome. La Khampucea non può avere sconti o giustificazioni: è comunismo nella sua espressione più rotonda. Ricordare ci deve aiutare a liberarci dall’idea che era un’idea buona, ma in Cambogia realizzata male, no, era un’idea pessima perversa e realizzata perfettamente. Il libro che presentiamo è stato scritto dall’unica occidentale ammessa al potere dei Khmer Rossi perché comunista, perché, francese e che, conoscendo la lingua khmer, era utile al regime. Viene preservata ma trattata malissimo come occidentale e borghese, ma quello che scrive è di prima mano senza esagerazioni, senza scene truculente, quello che non ha visto non lo racconta». «Gli anniversari, prosegue Respinti, sono utili per guardarsi indietro e preparare un futuro di un certo tipo».

“Ma i capi dei Khmer Rossi dove si erano formati?». Ha chiesto Andrea Bartelloni in chiusura. “Tutti formati in Francia alla Sorbona dove hanno imparato a fare i comunisti. Pol Pot diventa amico di Sartre. Studiano la Rivoluzione Francese che negli anni venti/trenta viene comunistizzata proprio alla Sorbona. I cambogiani studiano i testi sulla Rivoluzione Francese e prendono il Terrore come modello. Il marito di Laurence Picq, Suong Sikoeun, dopo la fine del regime dice: “ho imparato a diventare comunista studiando al Rivoluzione Francese e il mio modello era Robespierre, il puro: l’obbiettivo era quello di fare una rivoluzione pura, perfetta”. Lo rivendica con orgoglio e negli anni dopo il regime è stato indicato come l’intellettuale Khmer, Seunk rimane l’uomo di cultura e in un libro rivendica la radici giacobine e la stima per Robespierre. Parlare di queste cose è parlare della realtà che ci circonda. Se non studiamo questa storia e non ce ne riappropriamo sbagliamo la politica di oggi”.

Riprendendo la famosa frase di Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica, che ripeteva spesso: “Chi sbaglia storia, sbaglia politica“. L’assessore Bedini ha ringraziato il relatore, i presenti, in particolar modo l’assessore Giulia Gambini e il prof. Massimo Introvigne e Massimo Trocchi della Libreria Pellegrini per la collaborazione alla realizzazione dell’incontro. Libreria dove è possibile trovare il volume di Laurence Picq.

Last modified: Novembre 11, 2025
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