PISA – Venerdì 3 marzo in tutto il mondo si celebra la PISA – Giornata mondiale dell’udito, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). In Italia coincide con la seconda Giornata di sensibilizzazione dell’udito, organizzata dalla Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (SIOeChCF) in collaborazione con la Società italiana di audiologia e foniatria (SIAF) e con il sostegno di ventitré associazioni onlus di pazienti.
La sordità o ipoacusia (perdita dell’udito) è una condizione molto comune e diffusa. L’OMS stima che il 20% circa della popolazione mondiale ne sia affetta e che si manifesti in maniera invalidante in circa 430 milioni di persone. L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età e quindi, con l’elevarsi della durata della vita, sempre più persone ne risultano affette. L’ipoacusia ha rilevanti conseguenze non solo audiologico-riabilitative e mediche, ma anche psicologiche, sociali ed economiche. Ha conseguenze negative sullo stato di salute globale della persona che ne è affetta, che tenda a isolarsi, deprimersi, arrabbiarsi: ne risulta ridotta l’autostima e, in generale, la qualità della vita. Negli anziani è inoltre stata correlata al deterioramento cognitivo e a un incremento significativo del rischio di cadute, con conseguente aumento di morbilità e mortalità.
In età infantile l’ipoacusia può compromettere in varia misura lo sviluppo del linguaggio, l’apprendimento e lo sviluppo neuropsicologico del bambino; successivamente avere un impatto negativo sul suo inserimento sociale e lavorativo. Attualmente lo screening audiologico neonatale – obbligatorio in Italia e inserito nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) dal 2017 – e l’avanzamento tecnologico nel campo delle protesi acustiche, soprattutto degli impianti cocleari, permettono una diagnosi precoce e un trattamento ottimale sin dai primi mesi di vita. Si possono quindi ottenere ottimi risultati in termini di sviluppo del linguaggio, che in molti casi è analogo a quello di tutti gli altri bambini.
Per ridurre le possibili conseguenze negative la perdita uditiva dev’essere identificata e trattata il prima possibile. Oltre il 60% dei problemi di udito può infatti essere identificato e affrontato a livello delle cure primarie e l’integrazione tra il medico specialista (otorinolaringoiatra o medico audiologo) e i servizi di assistenza primaria porta enormi vantaggi.
L’unità operativa Otorinolaringoiatria audiologia e foniatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, diretta dal professor Stefano Berrettini, si dedica da anni alla diagnosi e al trattamento della ipoacusia in età infantile (sin dai primi mesi di vita) e adulta con protesi acustiche e, nei casi in cui è indicato, con impianto cocleare. In quest’ambito Berrettini ha coordinato la stesura delle linee guida per lo screening audiologico neonatale di Regione Toscana e ha recentemente partecipato, nell’ambito di un panel internazionale di esperti, alla stesura delle prime linee guida internazionali incentrate sul paziente, relativamente alla procedura di impianto cocleare.
A Pisa, dal 9 al 12 novembre, si terrà il 39° congresso della Società italiana di audiologia e foniatria, di cui è presidente Berrettini. Il congresso riunirà a Pisa i maggiori esperti dei molteplici aspetti dell’audiologia e foniatria.