PISA – “Il solare è una fonte di energia pulita e rinnovabile che va sostenuta e incentivata, ma con dei limiti. Non possiamo accettare la distruzione del nostro paesaggio.
“Nella piana pisana, accanto all’antico acquedotto mediceo che portava l’acqua da Asciano a Pisa, si vuole realizzare un impianto agrivoltaico di oltre cento ettari, fatto di specchi e container. Un progetto del genere cambierebbe per sempre il volto della piana: scomparirebbero la bellezza dei campi coltivati, i borghi, la linea del monte e le Apuane sullo sfondo. Verrebbe cancellato un bene comune che appartiene a tutti e che ogni giorno rende più ricca e vivibile la nostra terra. Qui è chiaro lo scontro tra l’interesse collettivo e il profitto di pochi soggetti estranei al territorio. Una società straniera e chi, attratto dai dividendi, decide di smettere di fare agricoltura avrebbero un guadagno immediato, mentre la comunità subirebbe un danno irreversibile. È una colonizzazione inaccettabile, che non possiamo tollerare. Il Comune di San Giuliano Terme e i cittadini hanno già espresso con forza la loro contrarietà e la loro opposizione è giusta e sacrosanta. Ma non basta. In questo momento è incardinato in Regione il procedimento per la valutazione di impatto ambientale e tutti gli enti coinvolti devono assumersi le proprie responsabilità. C’è però un grande assente: il Governo. La Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio deve intervenire subito, avviando il procedimento per l’apposizione di un vincolo paesaggistico sulla piana sangiulianese. Solo così sarà possibile stabilire criteri chiari che definiscano quanto e dove si possa eventualmente realizzare l’agrivoltaico, evitando interventi devastanti”.
“Questa vicenda dimostra che occorre anche un intervento legislativo, a livello nazionale e regionale. Liberalizzare senza limiti e senza pianificazione l’installazione di impianti agrivoltaici è un’assurdità che mette a rischio l’agricoltura e la gestione ordinata del territorio. Per questo chiedo con forza che il Governo e in particolare il Ministero della Cultura e del Paesaggio intervengano subito: la tutela del paesaggio non è un freno allo sviluppo, ma la condizione necessaria perché l’innovazione energetica conviva con il bene comune”, conclude Andrea Ferrante.
Last modified: Settembre 18, 2025