PISA- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Elena Meini (Lega).
“Piano regionale dei rifiuti: tra nuove autorizzazioni e dubbi sulla sostenibilità“
Il piano regionale dell’economia circolare comincia a mostrare i suoi effetti concreti sul territorio, sollevando non poche polemiche. Due interventi recenti, in particolare, accendono il dibattito: da un lato, l’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Pontedera, che prevede un incremento pari a 1.980.000 tonnellate di rifiuti in nove anni (circa 220 mila tonnellate l’anno); dall’altro, l’ok al progetto per la discarica di Peccioli, che porta a un aumento del volume utile per lo smaltimento di 4.092.000 metri cubi, più ulteriori 1.227.600 metri cubi destinati alle coperture. In totale, l’impianto potrà operare per altri 17 anni.
Secondo i critici, si tratta della conferma di un piano dei rifiuti fortemente incentrato sul ricorso alle discariche e sull’esportazione degli scarti, strategie considerate insostenibili sia sul piano economico che su quello ambientale. Viene infatti sottolineato come questi approcci vadano in netta controtendenza rispetto agli obiettivi europei, che fissano entro il 2035 un limite massimo del 10% per il conferimento in discarica dei rifiuti urbani.
A sorprendere è anche la posizione delle amministrazioni locali, in gran parte a guida centrosinistra, che secondo alcuni osservatori non avrebbero esercitato sufficiente opposizione nei confronti di scelte considerate poco lungimiranti. Particolare preoccupazione emerge per le aree di Pontedera e Cascina, dove non sarebbero stati previsti limiti specifici per la tipologia e i quantitativi di rifiuti conferibili, soprattutto in relazione al trattamento della frazione organica. Quest’ultima, oltre a produrre cattivi odori, è causa della formazione di percolato e biogas, aggravando le criticità ambientali e rendendo sempre più difficile la convivenza tra gli impianti e i cittadini residenti nei territori limitrofi.
C’è poi un ulteriore aspetto che suscita preoccupazione: il piano regionale prevede che, in caso di mancata realizzazione degli impianti previsti o del fallimento delle politiche di riduzione della produzione di rifiuti, le discariche attualmente destinate ai rifiuti speciali potranno accogliere anche quelli urbani. Un’ipotesi che, secondo alcuni osservatori, potrebbe concretizzarsi già a partire dal 2026, con conseguente pressione sull’area pisana, chiamata a farsi carico, almeno in parte, dei rifiuti provenienti dall’area metropolitana fiorentina.
Il timore è che una parte dei rifiuti venga incenerita fuori regione, nei termovalorizzatori del nord Italia e del Centro Europa, con costi che ricadranno inevitabilmente sui cittadini e sulle imprese toscane, che già oggi sostengono tariffe tra le più alte d’Italia.
Last modified: Maggio 14, 2025