PECCIOLI- Sono trascorsi trent’anni da quando Alberto Garutti, artista e docente all’Accademia di Brera di Milano, incontrò per la prima volta i cittadini di Fabbrica, frazione di Peccioli. Fu allora che, su incarico dell’amministrazione comunale, Garutti progettò un intervento artistico volto a creare un legame tra la sua opera e la comunità locale. Da quel primo incontro sono passati molti anni e numerosi eventi significativi. Purtroppo, Garutti è venuto a mancare nel giugno del 2023, ma il 16 dicembre scorso, all’Istituto Italiano di Cultura di New York, le sue opere, a partire proprio da quella pensata per Fabbrica e i suoi abitanti, sono state al centro di un simposio a lui dedicato.
«Dopo l’importante esperienza dell’anno scorso, abbiamo avuto un’altra grande opportunità per mettere in luce a New York il rapporto che Alberto Garutti ha avuto con Peccioli», ha dichiarato il sindaco Renzo Macelloni. «Garutti ha giocato un ruolo fondamentale nella definizione della scelta culturale che ha unito arte e comunità nel nostro territorio».
Nel 1997, Garutti completò il suo primo intervento pubblico, che prese il nome di “Senza Titolo” ed era situato nella frazione di Fabbrica. L’opera riguardava la riqualificazione della facciata di una sala parrocchiale, che un tempo fungeva anche da teatro e punto di ritrovo per i giovani. Garutti incise sulla lastra di pietra, posta all’ingresso del teatro, la frase: «Dedicato ai ragazzi e alle ragazze che in questo piccolo teatro si innamorarono».
«La mia priorità era realizzare un’opera che fosse accettata dalla comunità», dichiarò Garutti. «Volevo un impatto ambientale minimo e un linguaggio che evitasse la demagogia, lavorando più sul metodo che sull’ideologia politica».
Molti allievi di Garutti hanno legami con Peccioli, come Patrick Tuttofuoco, autore dell’opera Endless Sunset, installata sulla passerella pedonale che collega il centro storico alla parte nuova del paese. Anche Paolo Pivi, che ha aperto l’evento newyorkese, ha descritto con grande incisività l’insegnamento di Garutti, in particolare il suo concetto di binomio arte-comunità, maturato proprio a Fabbrica.
Il 16 dicembre, all’Istituto Italiano di Cultura diretto da Fabio Finotti, si è concluso un lungo percorso, iniziato a Fabbrica e arrivato fino a New York. «Con Garutti stavamo lavorando a un nuovo progetto per Peccioli, purtroppo interrotto dalla sua scomparsa», ha aggiunto Macelloni. «Dopo trent’anni di collaborazione, questo legame tra arte e comunità ha trovato il suo coronamento a New York. Non solo arriva l’arte di Garutti, ma anche Peccioli, e in particolare Fabbrica, in un luogo prestigioso come l’Istituto Italiano di Cultura».

