Written by 2:04 pm Pisa, Attualità

Molte persone manifestano contro la nuova Base al Cisam a San Piero a Grado

PISA – “L’imponente corteo per “Fermare l’escalation”, promosso dal movimento No Base e partecipato da più di 1.500 persone sotto la pioggia, (oltre 5000 le presenze secondo gli organizzatori) è terminato con una invasione di massa che ha divelto le reti della base militare del Cisam, senza scontri per fortuna

“Il tutto dove è prevista la nuova collocazione per la base militare dei Gruppi Intervento Speciale dei Carabinieri inizialmente pensata dal governo nella tenuta di Coltano”, ad affermarlo gli organizzatori del Movimento No Base.

“Decine e decine di metri di filo spinato sono caduti facendo entrare, a poca distanza dai plotoni di forze dell’ordine, centinaia di persone in un’area fino ad oggi militarizzata e preclusa alla cittadinanza. Centinaia di persone hanno piantato su quel terreno bandiere della pace e del movimento no base, portando un duplice e chiaro messaggio: nessuna base in area che dovrebbe essere rinaturalizzata per nessuna guerra. Si è così conclusa la manifestazione, dopo aver affrontato una pioggia battente e dato voce alle tante esperienze e realtà sociali, transfemministe, sindacali e politiche che si sono unite contro l’escalation di guerra, tra cui realtà per la Palestina e anche il movimento per la liberazione del Kurdistan. La presenza di movimenti territoriali, realtà pacifiste e in lotta per l’autodeterminazione dei popoli non si è fermata solo alla fortissima denuncia delle catastrofi che “guerra, armi e fossile” stanno producendo per tutta la società e l’ambiente, ma ha voluto mettere in pratica il messaggio che è possibile e necessario prendere posizione e parte attiva contro la pericolosa corsa verso una sempre più concreta possibilità di terza guerra mondiale. Un impegno collettivo quello assunto con la manifestazione del 21 ottobre: impedire che né un centimetro di suolo naturale e né un centesimo vengano destinati all’economia di guerra. Il corteo ha espresso con evidenza l’esigenza di un conflitto tra una variegata e determinata popolazione che vuole la pace, la democrazia e garanzie sociali e chi vuole portare avanti, nelle segrete stanze della istituzioni, i progetti di infrastrutture militari destinati da un lato a devastare i territori locali e dell’altro ad alimentare la guerra a livello internazionale. Una politica che porta svantaggi alle comunità locali ed esporta morte all’estero che deve essere invertita, per questo ribadiamo che la giornata di ieri è solo una tappa di un processo più ampio per fermare l’escalation”

Last modified: Ottobre 22, 2023
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