PISA- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del consigliere comunale Enrico Bruni (PD).
“La zona della Stazione ha bisogno di politiche vere, non di soluzioni temporanee”
“Ancora una volta ci troviamo davanti a una scelta che non risolve i problemi, ma li aggira, alimentando una narrazione puramente propagandistica. Che il quartiere della Stazione abbia criticità legate alla sicurezza è innegabile – sarebbe irresponsabile affermare il contrario – ma non si può pensare di affrontarle con misure straordinarie a tempo determinato, destinate a svanire dopo poche settimane senza lasciare alcun cambiamento reale. L’istituzione di una “zona rossa” non rappresenta una risposta strutturale: è un’operazione di facciata, una toppa temporanea che cerca di nascondere anni di immobilismo e mancanza di progettualità. Il quartiere è circoscritto, la stazione è di dimensioni medie, eppure si continua a rappresentarlo come una “terra di nessuno” fuori controllo. È inaccettabile che un’amministrazione si limiti a misure emergenziali senza affrontare davvero la complessità urbana, affidandosi unicamente a divieti e presidi armati. Servono, invece, interventi concreti, duraturi, sistemici. È urgente una vera riqualificazione commerciale, che restituisca vivibilità e dignità alle strade oggi marginalizzate. Occorre procedere con decisione sull’esproprio di attività come sale giochi e sale scommesse che, oltre l’apparenza, rappresentano spesso nodi opachi di degrado e dipendenza. Va riaperto l’ufficio della polizia municipale, inaugurato ma mai reso operativo. Ma soprattutto serve favorire la presenza stabile di associazioni, sportelli sociali, comitati civici: presidi di partecipazione che possano ricostruire un tessuto comunitario vivo, attento, inclusivo. È altrettanto fondamentale rilanciare il dialogo con le comunità straniere che vivono nel quartiere. Ricordiamo una Pisa capace di celebrare il Capodanno cinese in piazza, di fare dell’integrazione una pratica quotidiana e non uno slogan. Bisogna tornare a investire nella costruzione di relazioni, nel vivere i quartieri come luoghi di socialità e non solo di controllo. Chi ricopre ruoli istituzionali dovrebbe avere il coraggio – e la competenza – di affrontare le cause profonde del disagio sociale, non limitarsi a intervenire sui suoi effetti più evidenti. Chiedere l’intervento dell’esercito può sembrare una risposta semplice, ma non è certo quella più risolutiva. La vera sfida – tanto più complessa quanto necessaria – è restituire dignità agli spazi urbani oggi abbandonati o segnati dal degrado, sostenere realtà culturali e commerciali positive, creare reali opportunità educative e occupazionali per i giovani e per chi vive ai margini. E serve, con chiarezza e determinazione, contrastare le infiltrazioni mafiose che agiscono nell’ombra, alimentando dipendenze, riciclaggio e speculazioni.“, conclude.
Last modified: Agosto 5, 2025