Written by 11:37 am Pisa, Politica

Sbragia (FI): “La Giustizia Italiana e le lungaggini processuali: urgente una riforma del sistema”

PISA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Roberto Sbragia, Consigliere provinciale Pisa Forza Italia.

Ho letto con sorpresa un articolo che racconta un caso giudiziario concluso con sentenza definitiva dopo ben 19 anni dall’inizio del contenzioso. Questo lungo iter legale, che ha attraversato tre gradi di giudizio, ha portato, grazie all’applicazione della Legge Pinto (n. 89/2001), alla condanna del Ministero per la durata eccessiva del processo, con un rimborso di 12 mila euro alle parti coinvolte. Tuttavia, questo caso non è isolato, e la giustizia italiana sembra talvolta ancor più lenta di quanto descritto nell’articolo. Basti pensare a una recente sentenza, risalente a novembre 2024, che ha definito solo il primo grado di giudizio di un contenzioso iniziato nel 2006. Nel caso specifico, sono stati necessari quasi 19 anni per decidere su una compravendita, che addirittura è stata effettuata due volte sullo stesso bene. A livello politico, non posso considerare giustificabile la carenza di personale nel sistema giudiziario, soprattutto considerando che, durante questo lungo lasso di tempo, sono stati trattati contenziosi molto più recenti, con esiti che, mi auguro, siano stati positivi per i cittadini coinvolti. Desidero ricordare che la Legge Pinto nasce con l’obiettivo di tutelare i cittadini dalla durata eccessiva dei processi, prevedendo una riparazione dei danni patrimoniali. Tuttavia, questa legge non affronta i danni morali, come il valore del tempo perso, le opportunità sfumate, o la lenta agonia di un processo che si è protratto per quasi vent’anni – una generazione intera. Questo lungo periodo, durante il quale si sono alternati diversi giudici, ha visto il contenzioso rimanere in sospeso su una questione che avrebbe dovuto essere risolta molto prima. Inoltre, nonostante l’esito del primo grado di giudizio, è quasi certo che il contenzioso si estenderà al secondo grado e, probabilmente, al terzo. Questo non è accettabile, neppure con la giustificazione della carenza di personale in un paese che si definisce moderno. Qualunque somma lo Stato deciderà di pagare, anche applicando la Legge Pinto, non potrà mai restituire la sensazione di “ingiustizia” vissuta da chi ha attraversato questa lunga e difficile esperienza. È necessario sottolineare che la vera priorità deve essere la certezza del diritto, e un sistema giudiziario efficiente, che riduca drasticamente i tempi dei processi. Speriamo che il 2025 sia l’anno in cui si avvii finalmente una riforma della giustizia. Le fondamenta di uno Stato si poggiano anche su un sistema giudiziario solido ed efficiente, che deve stare al passo con i tempi. È essenziale che vengano individuate responsabilità specifiche e che vengano intraprese azioni di monitoraggio continuo, con ispezioni precise da parte del Ministero, per evitare che contenziosi, anche civili, possano trascinarsi per periodi così lunghi.“, conclude il comunicato stampa.

Last modified: Gennaio 21, 2025
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