Written by 8:42 am Pisa SC

“Pallone di-pendente”. E’ la pioggia che va e ritorna il sereno

PISA – Appuntamento infrasettimanale con la rubrica “Pallone di-pendente” della nostra Chicca e basta così. Emozioni e sensazioni dopo il successo contro l’Ascoli.

“Scende la pioggia” giovedì sul rettangolo verde dell’Arena Garibaldi per tutta la partita del Pisa contro l’Ascoli terminata con il risultato di 2-0 sintetizzato in termini deandreiani “come due risposte con una parola, come due desideri per una stella sola”. Sotto la pioggia quando vinci è più pisano. Singing in the rain “voglio solo star con te Pisa Sporting Club” intona la Nord, mostrando lo striscione. Singing in the rain per novanta minuti. Altro che Frank Sinatra. My Way la canta D’Angelo.

L’Ascoli è stato colpito a freddo a fine primo tempo ed è rimasto tramortito per tutta la gara, frustrato in ogni ambizione offensiva da un Pisa bruttino, sporco e cattivo, ultras verrebbe da scrivere, ammesso e non concesso che i lettori specialmente più giovani padroneggino il riferimento come i tifosi più adulti. Sblocca il risultato su calcio di rigore Torregrossa che si è avvicinato al dischetto con una calma titanica e, dopo una breve rincorsa, ha spiazzato l’estremo difensore facendogli il cucchiaio. In Italia è conosciuto col nome di cucchiaio quel tipo di rigore battuto con un tocco smorzato e centrale, sotto la palla, appena accarezzata, al termine di una rincorsa veemente, tale da ingannare il portiere avversario e indurlo a tuffarsi su un lato della porta. Quando poi il pallone prende il volo, morbido e beffardo, all’ormai inerme portiere accartocciato su un lato non resta che guardarlo scendere lentamente verso la rete come una foglia caduta dall’albero.

Il numero 10 neroazzurro non è né un uomo né un giocatore ma il robot supereroe spaccaporte venuto a portarci quello che da ragazzini nei cartoni animati c’era stato promesso: una vita giusta e felice. In effetti nel giorno della Festa dell’Immacolata è stato così. Il rigore è stato una delle poche azioni offensive del primo tempo, giocato dai due allenatori come su una scacchiera tattica, attentissimi alle contrapposizioni in campo, poco propensi allo spettacolo, molto di più alla sostanza. Il raddoppio di Canestrelli (quanto mi piacciono i cognomi che finiscono con “elli”…!), che ha consolidato il vantaggio e ipotecato la vittoria, è arrivato a pochi minuti dal novantesimo, prima del recupero “mondiale” (9 minuti) concesso dal Direttore di gara Santoro, un arbitro normale dopo l’ultimo inadeguato.

Con gol di testa fatto con il cuore, è partita la festa per il ragazzo con la faccia da uomo e i colpi da campioncino, prima di finire in braccio alla sua curva, per il delirio finale. Tre punti servivano e tre punti sono arrivati, undicesimo risultato utile consecutivo e zona play off conquistata, grazie anche ad una gestione difensiva, con un muro eretto non davanti alla porta ma sulla trequarti campo, mai scalfito dall’attacco disordinato e spuntato della squadra marchigiana. Eccolo allora il Pisa. Bruttino, sporco, cattivo. E vincente. Poi, direbbe qualcuno, se volete lo spettacolo si può sempre andare al circo.

Adesso testa bassa e pedalare, testa alta per segnare come ha fatto Canestrelli.

Last modified: Dicembre 12, 2022
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