PISA – Il capitalismo è riuscito a spingere il genere umano a vendere persino la vita? Ad affidare a uno sponsor l’apocalisse come ultimo grande atto pubblicitario? Tra le luci al neon di un laboratorio in disuso a Pisa Officina di Francesco Barbieri e Gianni Lucchesi, è un grande progetto artistico sostenuto da Confcommercio di Pisa, con la compartecipazione della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest Terre di Pisa, il contributo del main sponsor Generali Agenzia di Pisa e degli sponsor Gammalta Group e Bertini Car Service, a cura di Carlo Alberto Arzelà e Julia Caracciolo con la presentazione e i testi di Nicolas Ballario.

Officina Barbieri & Lucchesi conduce il visitatore dentro atmosfere distopiche. Pitture di contesti industriali, città rarefatte e spesso avvolte dalla nebbia. Cervi raccolti sotto tralicci dell’alta tensione o raffigurati in branchi coesi in prossimità di città deserte. Sono immagini dove non vi è presenza dell’uomo se non attraverso ciò che ha costruito. Le opere, tutte destabilizzanti, sono espressione della sperimentazione dei due artisti che lavorano sulle stesse tele, in un percorso nato sotto la luce fortissima di una residenza d’arte in Marocco, Ifitry, e che ricerca la sintesi tra le due cifre stilistiche, non solo visuale ma anche concettuale e di metodo.

“Le immagini di città volutamente decostruite, graffiate e gocciolanti sono metafora anche di un certo declino e decadenza. Con la presenza del cervo si costituisce una dimensione trascendente proprio perché presente indipendentemente dalla realtà. È un invito a riflettere sulla nostra condizione, a quel rapporto, forse un po’ perduto, alla ricerca di un significato più profondo e alla connessione con qualcosa di più elevato” – racconta Gianni Lucchesi, “Uno dei temi principali è l’incontro tra uomo e natura” – dichiara Francesco Barbieri – “la natura è rappresentata dal cervo, animale selvatico, fiero, carico di valenze spirituali e significati primordiali, che sfugge ai comportamenti codificati per simboleggiare un insieme di istinti arcaici. L’uomo non appare mai esplicitamente, a parlare per lui è la sua storia materiale, fatta di grattacieli imponenti, architetture industriali, infrastrutture e tutti gli elementi del paesaggio antropico. C’è un effetto straniante dato dalla presenza inusuale di questi due soggetti nello stesso campo visivo. A volte il cervo appare soltanto sotto forma di cartellone pubblicitario, ma rimane la sua forza, quasi enigmatica, a evocare il mondo silvestre.”

Nicolas Ballario scrive sul progetto – “Una missione simbolica di preservare i valori positivi dell’umanità. È forse questo il senso, o almeno il compito, dell’arte? Forse sì, perché in tempi bui come questi l’arte ha il dovere morale di essere ottimista, pur essendo brutale e mai retorica. Barbieri e Lucchesi sono uniti da una missione fragile ma essenziale. La strada è incerta ed è sulle rovine che agiscono. Persino i materiali che usano sono rimanenze, industriali o fisiche: non olio, ma bitume e smalti, graffi e spatolate. E se all’inizio della loro collaborazione era l’istinto a muoverli, ora è il calcolo. Quelle tele sono fatte di regole ben precise, di rispetto, di ruoli così precisi da poter essere fluidi e quindi percorrere il segno della contaminazione. Come in un Officina, parola che dà il nome alla mostra, i due pezzo dopo pezzo costruiscono una macchina perfetta e ambigua, spirituale e violenta, eterea eppure fortemente umana. L’uomo ha smesso di essere protagonista, ma non ha smesso di lasciare tracce, sostituendosi a Dio, facendo coincidere la pubblicità con la fede, perché se tutto è commercio più nulla è commercio. La società, come l’abbiamo conosciuta fino a oggi, non esiste più per un nostro perverso, forse inconsapevole, desiderio di autodistruzione. Io è un altro, scriveva Rimbaud. È segno pittorico in un branco di cervi ai quali non resta altro da fare che camminare nell’oblio.”

“Siamo convinti che l’arte contemporanea rappresenti un grande strumento di comunicazione e allo stesso tempo di valorizzazione per le nostre città, una vera forza propulsiva in grado di moltiplicare le loro potenzialità di attrattività e visibilità” dichiara il Presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Stefano Maestri Accesi “Pisa può essere considerata a tutti gli effetti una ‘capitale dell’arte’ per le sue meraviglie storiche, architettoniche e monumentali conosciute e apprezzate in tutto il mondo, ed ha già dimostrato quanto la sua vocazione artistica riesca perfettamente a trovare sbocco anche in nuove forme ed espressioni come quelle dell’arte contemporanea. Per questo abbiamo deciso di sposare questo progetto entusiasmante e innovativo, dove avremo la fortuna di ammirare in una grande serata d’arte con due artisti pisani di grandissima qualità come Francesco Barbieri e Gianni Lucchesi: una dimostrazione pratica di come vivere nel ‘bello’ possa solo migliorare la qualità della vita di tutti”.
“Questo ulteriore evento manifesta una rinnovata attenzione della nostra città per il mondo dell’arte e il giusto riconoscimento agli artisti pisani del nostro tempo” afferma l’assessore al Turismo del Comune di Pisa Paolo Pesciatini. “Lo testimonia anche il fatto che vi sia la partecipazione attiva e coinvolgente di imprenditori locali. La nostra società ha bisogno di artisti, come affermava Giovanni Paolo II, per la crescita della persona e lo sviluppo della comunità. Le scienze da sole, infatti, come riconosce Antonio Damasio, da sole, senza la luce che viene dalle arti e dalle discipline umanistiche, non possono illuminare la totalità della esperienza umana. Anche per questo ritengo che chiunque guardi al bene comune non può trascurare l’importanza della forza arcana delle parole, dei suoni, dei colori e delle forme per la formazione dell’uomo e del cittadino”.
Nota dei Curatori. “Per la prima volta a Pisa due artisti nati e vissuti in città collaborano e creano insieme opere d’arte uniche; ognuno mettendo a disposizione dell’altro esperienze, tecnica, sentire e sensibilità artistica. Il risultato è stupefacente, l’autore sembra essere una sola persona, con due teste e quattro mani, una specie di creatura mitologica che attraversa il panorama dell’arte contemporanea con forza e unicità. L’esposizione è il frutto di un lavoro faticoso e allo stesso tempo entusiasmante durato due anni che abbiamo avuto la fortuna di seguire fin dagli inizi e che ora presentiamo al pubblico.
Sponsor. L’evento è stato realizzato in collaborazione con Generali, Gammalta group e Bertini Car Service, eccellenze e specificità del territorio che sostengono l’arte contemporanea come strumento per migliorare la città aperta a tutte le contaminazioni positive.
“Gammalta group, azienda pisana leader nella distribuzione di sistemi audio ad alte prestazioni per il settore marino, hi-fi ed ospitalità è da sempre a fianco di artisti ed eventi per promuovere l’eccellenza in ogni sua forma e la sua divulgazione. Perché la qualità in ogni sua forma è il principale volano dell’umanesimo moderno” – sostiene Giacomo Degl’Innocenti
“Sono felicissimo di ospitare questa mostra nel fondo che accoglierà la nostra nuova officina. È una splendida occasione per noi di festeggiare attraverso l’arte un percorso di crescita, in un luogo di lavoro, inusuale, ma che dimostra quanto l’arte possa esprimersi ovunque, e non solo in luoghi “ufficiali”. Ringrazio Barbieri e Lucchesi per averci scelto e il presidente di Confcommercio Pisa Stefano Maestri Accesi per aver reso possibile l’incontro e questo evento, a cui non vedo l’ora di assistere” – dichiara Alessio Bertini
Biografia di Francesco Barbieri. Francesco Barbieri (Pisa, 1976), prima di dedicarsi alla pittura su tela è stato per anni una figura importante nella scena internazionale del graffiti-writing. Nelle sue opere esplora la marginalità della vita metropolitana, rappresentando le “terre di nessuno” che si trovano ai confini geografici e sociali delle città moderne e costruendo scenari urbani dove spesso il treno e la ferrovia sono elementi centrali. Con il suo peculiare linguaggio visivo Barbieri restituisce nella pittura le emozioni sperimentate nelle strade che ha esplorato per lunghi periodi: il viaggio e lo stile di vita a esso legato sono elementi fondamentali della sua arte e negli ultimi venti anni ha visitato regolarmente New York, Berlino e le grandi città asiatiche solo con lo scopo di scoprire gli angoli più nascosti di queste metropoli. Nel 2015 viene selezionato dal Dipartimento di Arte dell’Università di Nanchino in Cina per un’importante residenza d’artista che lo porta a esporre nel prestigioso Nanjing Sifang Art Museum, oltre che a confrontarsi con l’arte tradizionale cinese. Da questa esperienza nasce un nuovo ciclo di opere. Nel 2017 presenta al Museo Piaggio di Pontedera un’esposizione antologica della sua produzione recente, insieme a un workshop con un importante valore sociale dove si confronta con i ragazzi delle scuole superiori per tre mesi. Nel 2019 partecipa alla residenza d’artista presso il Centro d’Arte Contemporanea Ifitry nelle vicinanze di Essaouira in Marocco, dove ha modo di concepire una serie di lavori sperimentali che uniscono i paesaggi desolati della costa atlantica con elementi grafici della cultura locale. Nel 2022 imprime un cambio di direzione alla sua pittura, che lo porta a realizzare quadri dal sapore pop, ispirati ai fumetti vintage, ai personaggi-cartoon dei graffiti newyorkesi, e alla cultura popolare in generale: dopo aver indagato il paesaggio per una decade, questo nuovo ciclo di opere è incentrato sulla figura umana, sui suoi stati d’animo, ansie e modi di vivere e di apparire, che Barbieri fa mettere in scena ai personaggi che fin dall’ infanzia lo ossessionano.
Biografia di Gianni Lucchesi. Il lavoro di Lucchesi è da sempre animato dal tentativo di tradurre visivamente le riflessioni scaturite dall’indagine della psiche, degli stati emotivi del singolo individuo in relazione con sé stesso, con gli altri e con ciò che lo circonda. Attraverso metafore visive attinte da linguaggi universali che nascono da una ricerca artistica e spirituale, le emozioni prendono forma e colore. Uno dei suoi codici di riferimento è la terra intesa come sottosuolo, come metafora di una stratificazione emotiva dei soggetti osservati: terra come ambiente interiore e radici come essenza del soggetto. Un filo, per il segno grafico o per la pittura, è un confine tra il sé e l’esterno, con tutto ciò che contiene libero anche di contagiarsi e collegarsi su piani diversi, come accade negli ‘Ambienti interiori’ nei quali ricorre il filo che segna il passaggio. I luoghi entro cui far prendere vitalità alle sue opere sono scelti con cura. Luoghi dallo spessore evocativo e carico di fascino pennellato dalla natura o dalla mano dell’uomo non importa, purché abbia quella forza suggestiva di inglobare la nuova arte, la nuova interpretazione del sentire umano. In pittura utilizza il naturale comportamento dei materiali come essenza e non come rappresentazione, la loro compatibilità o intolleranza chimica è metafora di emozioni. Nelle sculture il basamento non è un supporto ma un ambiente, talvolta ricavato dall’asportazione di volumi da monoliti, talvolta costruito come una scatola, un box, un “teatro interiore”. I monoliti di ferro pieno, cemento o ceramica accolgono piccole figure in bronzo che assumono posture metaforiche, atteggiamenti o intenzioni, una manifestazione esterna del proprio mondo interiore. Gianni Lucchesi nasce a Pisa nel 1965. Dal 1985 espone in mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Nel 1999 partecipa con OPUS, film d’animazione, al Concorso Internazionale Castelli Animati a Roma, e si posiziona tra i finalisti. Dal 2000 al 2002 ha esposto OPUS, un ciclo di scultura e grafica sia in Italia che all’estero: a Pisa presso gli Arsenali Medicei, alle Terme dei Bagni di Nerone e all’ex Giardino dei Semplici, a Siena presso l’Abbazia di S. Galgano e ad Angers in Francia presso l’Abbazia di Roncerey. Nel 2005 realizza Girantide, un’opera pubblica a Pisa per l’iniziativa Arte in circolo. Nel 2006 riceve il premio Cisdac per l’arte contemporanea. Dal 2013 partecipa alla residenza d’artista internazionale Ifitry in Marocco. Partecipa alla Biennale di Casablanca del 2014. Dal 2016 al 2019 espone in quattro edizioni del Museo della Follia curato da V. Sgarbi. Dal 2018 espone al Teatro del Silenzio di Lajatico. Nel 2108 espone all’Art Week di Berlino presso Galerie102. Partecipa a concorsi internazionali: nel 2019 vince il terzo premio ad Eneganart e il premio mostre itineranti al concorso Marchionni; nel 2020 vince il premio Altiba 9 di Barcellona; nel 2022 vince il premio Combat prize in Toscana, il primo premio Be natural, be wild a Biella e il Premio Arte della rivista Arte di Mondadori con l’opera Cherofobia esponendo la scultura al Palazzo Reale di Milano. Inizia la collaborazione con Julia Caracciolo che dal 2018 diventa partner artistico. Nel 2021 vincono il concorso per la realizzazione del monumento al presidente della Repubblica Sandro Pertini a Savona. Nel 2023 realizzano Signum, un’installazione per la Chiesa di Santa Maria della Spina a Pisa curata da Nicolas Martino. Partecipano al Fuorisalone di Milano 2023 con la grande scultura Operae, esposta successivamente nella piazza di Palazzo Ducale di Genova. Nel 2023, con la scultura Markandeya, Gianni Lucchesi è inserito nella guida 100 Luoghi del contemporaneo in Italia, un libro di Nicolas Ballario pubblicato da 24 ore Cultura, Milano.
Last modified: Maggio 17, 2025