Written by 11:11 am Attualità, Eventi/Spettacolo, Pisa

La luce di sincrotrone al servizio della paleopatologia: Pisa guida un progetto innovativo sulla sinusite nelle popolazioni antiche

PISA- La luce di sincrotrone – una radiazione potentissima utilizzata come “super microscopio” per osservare materiali e tessuti in altissima definizione, senza danneggiarli – diventa un alleato prezioso per la paleopatologia, la disciplina che studia le malattie nelle popolazioni antiche. Un progetto condotto dall’Università di Pisa ha sfruttato questa tecnologia all’avanguardia per analizzare, in modo del tutto non invasivo, le alterazioni ossee legate alla sinusite mascellare cronica in resti umani di interesse archeologico.

A guidare la ricerca è stata Giulia Riccomi, ricercatrice del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, insieme a Bianca Casa, assegnista di ricerca nello stesso dipartimento. Il progetto si è distinto per l’approccio multidisciplinare e per l’utilizzo, per la prima volta a livello internazionale, della tomografia a contrasto di fase su resti osteoarcheologici affetti da infiammazione cronica delle vie respiratorie superiori. Questa tecnica, resa possibile dalla luce di sincrotrone, permette una sorta di “istologia virtuale”, ovvero l’analisi interna dei tessuti senza necessità di sezionarli, offrendo immagini 2D e 3D ad altissima risoluzione.

Lo studio si è svolto presso la beamline SYRMEP (SYnchrotron Radiation for MEdical Physics) del centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste, una delle infrastrutture scientifiche più avanzate d’Europa. Il progetto è stato selezionato attraverso la “Call for Proposal 2024”, e le due ricercatrici pisane hanno potuto eseguire le analisi lo scorso maggio.

«Poter lavorare a Elettra è stata un’opportunità straordinaria – racconta Giulia Riccomi – Abbiamo ottenuto dati di altissima qualità che aprono nuove prospettive nello studio non distruttivo dei resti umani antichi». Bianca Casa aggiunge: «Lavorare in un’infrastruttura come questa ha rappresentato una tappa importante nel nostro percorso scientifico».

Durante il loro soggiorno a Trieste, le studiose hanno analizzato reperti con lesioni ossee compatibili con sinusite cronica, ottenendo preziose informazioni sull’evoluzione della patologia nel tempo. Fondamentale anche il supporto del team di SYRMEP, in particolare di Elena Longo e Simone AM Lemmers, che hanno affiancato Riccomi e Casa nelle fasi più complesse dell’esperimento.

Oltre al valore scientifico, il progetto ha anche una forte valenza culturale e sociale: comprendere le malattie del passato aiuta a riflettere su tematiche molto attuali, come l’impatto dell’ambiente e dello stile di vita sulla salute respiratoria. Un legame tra passato e presente che rende ancora più importante lo studio della storia sanitaria delle popolazioni antiche.

Giulia Riccomi e Bianca Casa incarnano un nuovo modello di ricerca che integra scienze umanistiche e tecnologia avanzata. Con competenze che spaziano dalla bioarcheologia all’osteologia, dal rapporto uomo-ambiente alle tecniche di imaging, rappresentano un esempio virtuoso di interdisciplinarità al servizio della conoscenza.

Il progetto dimostra l’importanza di investire in infrastrutture condivise e in approcci innovativi, capaci di dare nuova voce – e nuova luce – ai reperti del nostro passato.

Last modified: Giugno 4, 2025
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