Per concludere la nostra carrellata di interviste agli esperti che hanno partecipato al convegno sul finevita che si è svolto il 14 dicembre scorso ed organizzato dall’Accademia Tradizionale Mediterranea, nella figura del dottor Roberto Di Mitri, abbiamo rivolto alcune domande alla dottoressa Ilaria Vaglini che ci ha parlato del finevita trattato sul versante filosofico.
D.: So che lei si occupa, di storia e filosofia; quindi, presumo che abbia affrontato l’argomento del fine vita, attraverso una matrice filosofica.
R.: Sì, io tengo il corso di perfezionamento sul finevita all’Università di Pisa, insegno filosofia morale; quindi, il mio intervento verteva sull’approccio filosofico sulla preparazione alla morte, a partire dalla riflessione dei filosofi stoici che ragionavano sull’esistenza, sul buon vivere e sulla necessità di saper accogliere la morte prima della sua venuta reale. Quindi il mio intervento è stato un excursus a partire dalla filosofia storica fino all’età contemporanea a proposito della consapevolezza della morte e quindi anche del prepararsi poi a quello che sarà il momento del finevita.
D.: Lei come la pensa personalmente?
R.: Personalmente ritengo che ricordarsi che dobbiamo morire è l’opportunità che abbiamo di condurre un’esistenza saggia, dove non si perde tempo, dove ci si occupa del proprio benessere e del benessere degli altri in modo significativo e profondo e questo ci dà l’opportunità anche di comprendere come si possa in qualche modo scegliere, nel momento della lucidità e della pienezza dell’esistenza, quelle che sono poi delle azioni mediche che magari si dovranno subire, e doverle affrontare magari in un momento in cui non si avrà la capacità di poter scegliere.
Faccio un esempio semplice, io, nella mia piena consapevolezza, posso scegliere la donazione degli organi, posso scegliere di non ricevere un accanimento terapeutico; ebbene, se io avessi una qualche patologia degenerativa, come uno dei tumori cerebrali più aggressivi per cui ad oggi non esiste una cura non vorrei che ci fosse un accanimento terapeutico su di me e queste scelte devono essere effettuate quando si ha piena consapevolezza di se, quando si è nella piena contezza e non delegare ad un familiare o addirittura al personale medico delle scelte così importanti sulla vita e sul finevita.
D.: Da un punto di vista invece strettamente medico, cioè, visto dalla parte di chi deve applicarlo a dei pazienti come si può avvicinare un medico ad un argomento così delicato?
R.: Eventualmente viene realizzato anche un testamento biologico, cioè si incomincia a pensare quelle che sono le scelte che in quel momento vorrei fossero prese su di me e viene realizzato un testamento biologico.
D.: Quindi i medici si devono attenere assolutamente alle richieste del paziente, ma se non ci fossero medici disposti a mettere in pratica il fine vita cosa potrebbe accadere?
R.: Il finevita è regolamentato da una legge in Italia; quindi, noi non possiamo certo applicare delle regole diverse. Quello che a parere mio manca e possiamo fare in Italia è sviluppare una consapevolezza del fatto che ci sarà un momento in cui io magari non sarò più cosciente e quindi dovrò affrontare un momento così critico come il finevita con una certa modalità e quindi devo avere la possibilità di esprimere il mio volere in modo che le azioni ad esso collegate vengano in qualche modo regolamentata dal mio volere con un testamento biologico.
D.: Le pongo per ultima una domanda d interesse storico: questo ricordarsi di morire, che prima o poi dovremo morire ha qualcosa a che vedere col memento mori di respiro medievale o è qualche cosa che è totalmente al di fuori da questo aspetto?
R.: Il memento mori di matrice medievale è assolutamente parte del contesto poiché nel medioevo si sviluppa tutta una branca di scrittura e di divulgazione che si rifà appunto al filone dell’ars moriendi e dell’ars vivendi. Tutti respiri che riprendono le letture classiche di Seneca, Marco Aurelio e di tutti i filosofi stoici. Anche nell’età dell’umanesimo molti sono i testi che arrivano con queste tipo di riflessioni, una su tutte la preparazione alla morte di Erasmo da Rotterdam.
Last modified: Gennaio 7, 2025