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La Croazia terra di conquista, invece no

ITALIA (25 Giugno 2024) Uno a uno con la Croazia.

Un risultato che alla Croazia sta stretto e che noi ci siamo guadagnati all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di un lunghissimo recupero durato ben otto minuti.

Dobbiamo essere grati all’arbitro che involontariamente ci ha concesso di giocare quasi un tempo supplementare e ci ha permesso di riportare in equilibrio una partita che sinceramente stava per terminare con un risultato a noi completamente sfavorevole, ma corretto nei confronti dei nostri avversari croati.

di Leonardo Miraglia

A proposito, bisogna ringraziare anche San Gigione Donnarumma che ha levato le ragnatele dall’incrocio dei pali prima che fosse il pallone croato a farlo e che ci ha sorretto per tutto l’incontro, parando addirittura un rigore in bello stile, senza subire la pressione dello sguardo e del piede di Modric che di esperienza ne ha da vendere, dato che ha stabilito il record di essere il giocatore più anziano ad aver segnato in un campionato europeo e che, per fugare ogni ombra di dubbio, il gol Modric lo ha segnato proprio alla nostra nazionale subito dopo che San Donnarumma gli aveva respinto il rigore.

Senza dimenticare San Zaccagni che, entrato da poco dalla panchina, ha segnato una rete con un tiro a giro di rara bellezza e sapete cosa ha detto dopo la fine della partita? “Io non mi ero accorto che la partita sarebbe finita un secondo dopo che avevo messo in rete il mio tiro”: onestà cristallina di chi sa stare al proprio posto ed essere pronto a scendere in campo se chiamato a fare il proprio dovere.

La nazionale italiana va a scatti, non è mai in partita dall’inizio dei match e mette continuamente a rischio le partite che gioca, che gli avversari siano l’Albania, che per quanto pericolosa e seppur non essendo una squadra cuscinetto, dato che oramai questo appellativo non ha più alcun riflesso su nessuna squadra, tranne, forse, quelle che invece di avere il pallone come primo sport praticato hanno la vela, il rugby, il badminton e il cricket, piuttosto che la fastidiosissima ma tecnicamente irreprensibile Spagna.

Eppure, ci onoriamo di avere giocatori fra le fila degli azzurri che giocano a livello internazionale da anni e che, indi per cui, guadagnano fior di milioni di euro alla faccia di tutti i tifosi che magari per vedere una partita della nostra compagine di azzurro e bianco vestita, corrono a casa da lavoro perdendo la possibilità se così fosse di guadagnare pochi euro in più.

L’Italia ama far soffrire il proprio parterre e fa di tutto per crearsi ostacoli e difficoltà anche dove non ci sono, come dimenticare il gol al 30mo secondo nemmeno, dall’inizio della partita messo a segno dall’Albania; se andiamo indietro nel tempo, di episodi come questo ne è piena la cronistoria della nazionale di calcio, uno fra tutti la sconfitta subita a causa di un gol subito da un calciatore che di professione faceva il dentista e che quindi in quel frangente degli anni ’60 mise in ridicolo una nazionale che, come oggi, annoverava nelle sue fila calciatori che giocavano le competizioni internazionali con grande costanza e che, inoltre, le vincevano pure.

Io ieri sera ho visto un grande correre su e giù per il campo, perlomeno per i primi 15 minuti, senza alcun costrutto, rincorrendo i croati che ci sovrastavano tecnicamente e tatticamente; poi con il trascorrere del tempo i bersaglieri hanno fatto breccia a Porta Pia e si sono rivelati uomini dal cuore d’oro e dal coraggio inusuale e non hanno smesso fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di giocare e credere in un risultato diverso e così è stato.

Ma, io non voglio avere le palpitazioni ogni volta che scende in campo la nazionale; è vero che il canto degli italiani recita: “Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte, l’Italia chiamò” ma io spero di avere ancora qualche anno da offrire da vivo alla Patria e spererei lo stesso per i nostri paladini d’azzurro vestiti.

Perciò, guardate di essere più accorti e meno distratti da un inno così incalzante, perché le armi per trionfare su altre squadre ce le avete tutti, basta solo tenere il fucile ben fermo, prendere accuratamente la mira e sparare dritto al cuore di tutti coloro che affronterete da ora in avanti; “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò”; traduco in prosa il concetto di questo versetto del nostro inno: la vittoria è stata creata da Dio come schiava di Roma; perciò, fate un po’ voi.

Last modified: Giugno 25, 2024
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