Written by 4:08 pm TOP NEWS HOME PAGE

La Compagnia dell’Anello: quando il totale del gruppo da un risultato maggiore della somma dei suoi componenti

La fratellanza, la condivisione, la comunità militante, la Compagnia dell’Anello. Umani, nani, hobbit, elfi e qualcun’altro uniti, coesi verso un unico obiettivo; la loro unione è talmente forte da scavalcare i dissidi fra razze ostili se non propriamente nemiche, il gruppo si dimostra talmente compatto da affidare il compito più arduo ad un esserino gracile e inutile come Frodo Baggins, hobbit della Contea che nella geografia della Terra di Mezzo scompare, circondata com’è da terre ben più imponenti come Bosco Atro, popolato da ragni molto aggressivi e perennemente affamati.

di Leonardo Miraglia


L’anello resta appeso al collo di Frodo ma i sui confratelli lo sorreggono nella missione della vita (non solo sua ma di tutta la Terra di Mezzo).
L’anello è intriso di una magia talmente potente da riuscire ad obnubilare il volere di essere mentalmente e fisicamente molto forti, fino a piegarli al suo volere: farsi riportare fra le mani del suo creatore Sauron, l’anima negativa di un mondo dualistico come è quello creato da Tolkien nel “Signore degli Anelli.
L’unione della Compagnia dell’Anello è salda e la sua compattezza riesce a superare tutte le difficoltà che si presentano al gruppo mano a mano che il viaggio si fa più arduo e oneroso.
La forza del gruppo si rivela nelle occasioni di difficoltà come quando Boromir, l’umano della compagnia, che per caratteristiche è il più debole mentalmente, si fa ammaliare dalle proposte fallaci dell’anello e, convinto di poterne entrare in possesso, attacca l’hobbit che viene salvato dall’azione immediata degli altri componenti della Compagnia. La cosa più importante però da osservare nel contesto di quella situazione estremamente pericolosa è il ravvedersi dell’umano che, risvegliato e redento dalla forza positiva del gruppo in toto, arriva ad immolarsi per proteggere il portatore dell’anello da un attacco, potenzialmente mortale, messo in atto da parte delle creature asservite a Sauron.
Come non apprezzare il pensiero e l’azione della Compagnia dell’Anello? E come non pensare di riproporre i suoi principi nella nostra vita ed il suo modello comportamentale quando ci confrontiamo con altri simili o diversi?
La somma dei vari componenti non dà lo stesso risultato che si ottiene dalla conta della compagine per intero, che risulta chiaramente essere di molto maggiore.
Quando la comunità diventa parte della vita e la spinta del gruppo tende tutta nella stessa direzione, all’appartenenza si aggiunge la militanza che trasmette ad ogni componente uno stimolo di forza e impatto, unico ed indissolubile.
I piccoli si uniscono ai grandi, il bastone di Gandalf combatte fianco a fianco con l’ascia di Gimli e l’arco di Legolas e i minuscoli hobbit (più piccoli dei nani e sconosciuti alla maggior parte degli abitanti della Terra di Mezzo) si rivelano esseri di una tenacia e forza interiore uniche, tanto che l’anello con tutta la sua carica di potere oscuro non potrebbe essere portato da nessuno tranne che da uno di loro. Neppure il formidabile Gandalf ha l’ardire di proporsi a portatore del gioiello maledetto, sapendo che, facendolo, l’anello si sarebbe impossessato di lui, creando un essere onnipotente e talmente oscuro da divorare la luce.
La Compagnia si muove all’unisono e per quanto nel corso del viaggio per giungere al Monte Fato, dove Frodo potrà disfarsi definitivamente dell’anello gettandolo nell’unica fonte di lava capace di dissolverlo, le disavventure occorse porteranno i componenti del gruppo a dividersi, la volontà di portare a termine il loro compito prevarrà su ogni insidia portata da Sauron e dal suo occhio onniveggente ed alla fine lo vedrà prevalere e riportare ordine ed equilibrio nel loro mondo.
Ordine ed equilibrio che non sarebbero mai potuti sussistere di nuovo se il tentativo di distruggere l’anello, e con esso anche tutta la grande parte di magia oscura di cui lo aveva imbevuto il suo creatore Sauron, fosse stato portato avanti da un solo essere o da un gruppo che non avesse compreso, più a livello inconscio che altro, l’importanza e la profondità di azione che avrebbe potuto avere una comunione di più esseri accomunati dallo stesso credo, dalla stessa volontà, dalla stessa militanza.

Tag: Last modified: Aprile 2, 2024
Close