Written by 10:59 am Pisa, Politica

La Città delle Persone: “Riforma culturale, sportiva e turistica: l’accentramento del potere nelle mani del sindaco e la mancanza di trasparenza”

PISA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei consiglieri comunali Paolo Martinelli, Gianluca Gionfriddo ed Emilia Lacroce in merito all’affidamento degli eventi culturali, sportivi e turistici a PISAMO.

Il sindaco Conti ha avviato senza che la città se ne accorgesse una riforma radicale degli eventi culturali, sportivi e turistici, improntata sull’accentramento del potere nelle sue mani e sull’incertezza totale in merito alla programmazione e gestione economica. Lo ha fatto senza alcun confronto con gli operatori culturali, turistici e sportivi, né con i cittadini o le commissioni consiliari. In pratica, ha portato in Consiglio due delibere che affidano a PISAMO – fino ad ora impegnata principalmente in mobilità e parcheggi – la gestione di questi eventi e rivedono il contratto di servizio tra il Comune e la società. PISAMO è partecipata al 98,5% dal Comune di Pisa, e quindi, con questa mossa, il sindaco concentra nelle mani di un organo da lui stesso nominato la gestione delle politiche culturali, turistiche e sportive della città, esautorando gli assessorati competenti e aggirando la struttura comunale. Conti ha già annunciato in Consiglio l’intenzione di esternalizzare eventi come Marenia, Summer Nights, Scotto Festival e altri, affidandone l’organizzazione a PISAMO. Sebbene giuridicamente una società pubblica, questa operazione rischia di portare PISAMO a gestire la cultura secondo una logica privatistica, orientata al profitto e con l’obiettivo di generare introiti, a discapito di eventi sociali, gratuiti e accessibili a tutti i cittadini, inclusi studenti e associazioni locali. L’aumento dei costi di gestione e del personale è inevitabile, visto che PISAMO non ha competenze in ambito culturale, turistico o sportivo. Per far quadrare i bilanci, l’unica soluzione sarà puntare su grandi eventi spot, che, pur attrattivi, lasciano ben poco in termini di arricchimento culturale, poiché non sono supportati da politiche che valorizzano la cultura dal basso e l’accessibilità a eventi a prezzi sostenibili. Un altro aspetto che solleva preoccupazioni è la gestione economica dell’operazione. Le proiezioni di costi e ricavi presentate insieme alle delibere sono inaffidabili, prive di una seria analisi previsionale. L’intera operazione manca di un business plan concreto, di una strategia chiara, e di competenze specifiche, con una visione centralizzata e privatistica della cultura che non tiene conto delle necessità della cittadinanza. Abbiamo contrastato questo approccio fin dall’inizio, presentando emendamenti e ordini del giorno nelle commissioni e in Consiglio, denunciando la totale mancanza di trasparenza e di un adeguato confronto pubblico su questa riforma.“, conclude il comunicato stampa.

Last modified: Novembre 29, 2024
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