PISA -La problematica relativa all’Edilizia Residenziale Pubblica continua a tenere banco a Pisa, laddove si consideri – secondo quanto riferito dal Gruppo Consiliare “Diritti in Comune” – che attualmente ci sono nuclei familiari composti da 120 persone (di cui ben 70 minorenni) in attesa di trovare allocazione nelle Case Popolari gestite da APES, un dato che stride con l’esistenza di circa 170 alloggi vuoti per i quali sono necessari lavori di riqualificazione al fine di renderli agibili, situazione poco comprensibile visto che l’Amministrazione Comunale è costretta a farsi carico delle spese di soggiorno di dette famiglie presso i vari “Bed & Breakfast” dislocati in città.
di Giovanni Manenti
Un esempio emblematico di questo stato di difficoltà familiare è stato portato all’attenzione degli organi d’Informazione presso il Quartiere di Pisanova, in via Galluzzi, dove una famiglia composta da padre e madre 37enni e tre figli in tenera età (di 5, 3 anni e pochi mesi rispettivamente) risiede da 5 anni in un appartamento di appena 50 metri quadrati loro assegnato a titolo di “emergenza abitativa” dopo aver subito uno sfratto e non riescono ad usufruire della possibilità di concorrere all’assegnazione di una Casa Popolare.

Quale sia la problematica che affligge tali persone lo spiega Claudio Lazzeri dell’Associazione “Unione Inquilini”: “Si tratta di un’emergenza abitativa che risale oramai al 2017, allorché l’abitazione venne assegnata ad un nucleo familiare all’epoca composto da tre persone cui si sono successivamente aggiunti altri due figli che sono oggi costretti a vivere in uno spazio di appena 50 metri quadrati e con problemi di umidità, ma il fatto grave è che non trattandosi di un’assegnazione ordinaria, ovvero attingendo alla relativa Graduatoria, la famiglia non ha potuto neppure presentare la domanda per la mobilità, che è stata respinta, nonostante vi sia una evidente situazione di sovraffollamento“.

“Questo nucleo familiare“, prosegue Lazzeri, “non è l’unico che si trova a Pisa in queste condizioni di sovraffollamento e con immobili fatiscenti, ed è pertanto necessario che l’emergenza abitativa duri effettivamente per pochi mesi, ovvero per il tempo necessario che garantisca alle famiglie di completare il trasloco in una nuova abitazione popolare più decorosa e con uno spazio compatibile con i componenti, e non anni come ci stiamo trovando a verificare“.

“Al fine di cercare di sbloccare questa situazione“, conclude Lazzeri, “noi come Unione Inquilini proveremo a fare una richiesta al Comune in cui faremo presente che il diritto all’infanzia per bambini che si trovano in una situazione di sovraffollamento è sancito da una Legge Regionale che cita anche una metratura minima da tenere in considerazione, pur se in questo caso ripeto che non si tratta di assegnazione nell’ambito degli alloggi ERP, ma di emergenza abitativa, così che ci attiveremo nell’evidenziare che i bambini soffrono di patologie che possono essere correlate all’umidità presente nell’abitazione, peraltro consapevoli della difficoltà della nostra istanza“.
Una questione, quella abitativa nella nostra città, che assume rilevanza anche dal punto di vista strettamente politico, come sottolinea ilConsigliere Comunale di minoranza Ciccio Auletta di “Diritti in Comune”, rimarcando come: “si tratti di una problematica da noi posta all’attenzione in tutti questi anni, evidenziando come nell’ultimo anno l’attuale Amministrazione non ha messo assolutamente a disposizione degli alloggi per l’emergenza abitativa a fronte di circa 170 abitazioni completamente vuote che non vengono ristrutturate, nel mentre Pisa è diventata la “Capitale degli sfratti” e nel contempo registriamo altresì una situazione devastante per quanto concerne le Case Popolari per le quali mancano le manutenzioni ordinarie e straordinarie, così che il caso di stamattina in via Galluzzi trova rispondenza anche in via Merlo a Cisanello dove numerosissimi immobili presentano delle infiltrazioni di umidità che rendono l’aria irrespirabile, con muffa ed una condizione di insalubrità“.
“Noi riteniamo pertanto“, conclude Auletta, “che su questo versante sia necessario cambiare completamente passo, vale a dire provvedere con urgenza ad attuare gli interventi di manutenzione e, soprattutto, recuperare le case vuote ed, in questo senso, il progetto di autorecupero che è stato lanciato dalla Comunità del quartiere di Sant’Ermete in questi ultimi mesi rappresenta un modello da seguire e sperimentare, essendovi anche in tale zona 40 alloggi vuoti che sono al di fuori dei progetti dell’Amministrazione Comunale e Regionale e che, viceversa. potrebbero essere immediatamente recuperati per dare delle risposte a quella che rappresenta una vera e propria “bomba sociale” per la nostra città”.
Last modified: Febbraio 14, 2023