PISA – La mostra permanente delle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa, allestita nella Sala Moschini al piano terra di Palazzo Gambacorti, si arricchisce di due importanti reperti: una coppia di targoni da combattimento utilizzati nel Gioco del Ponte durante il periodo Granducale tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, donati dalla famiglia Trivella.
La donazione è stata presentata durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l’assessore alle tradizioni storiche Filippo Bedini, il consigliere anziano Antonio Pucciarelli e i membri della famiglia Trivella, Fausto e Laura Trivella. L’occasione è stata utile per ricostruire la storia del Gioco del Ponte e dell’uso dei targoni nel periodo Granducale, ma anche per lanciare un appello rivolto a privati cittadini e collezionisti affinché contribuiscano ad arricchire ulteriormente la mostra con nuove donazioni.
Secondo l’assessore Bedini, grazie alla generosità della famiglia Trivella prende avvio quello che era l’obiettivo iniziale dell’allestimento della mostra, ovvero creare un luogo capace di attirare chi possiede oggetti storici e desidera condividerli con la comunità. Quando uno spazio valorizza oggetti di valore e li rende accessibili a cittadini e turisti, chi ha reperti storici si sente più motivato a donarli. L’auspicio è che questa sia solo la prima di una lunga serie di donazioni, affinché il ricco patrimonio del Gioco del Ponte, in parte disperso nel tempo, possa tornare a Pisa e essere fruibile da tutti.

Bedini ha annunciato che, dopo l’estate, la mostra sarà ampliata con un nuovo allestimento curato da esperti del settore. I due targoni donati diventeranno il pezzo forte dell’esposizione e contribuiranno a rendere la Sala Moschini un luogo sempre più importante nel percorso museale cittadino lungo i lungarni, destinato a diventare una meta interessante anche per i visitatori.
I targoni erano armi da botta realizzate appositamente per il Gioco del Ponte, progettate per garantire sicurezza nei combattimenti. Come descritto da Ranieri Borghi nel suo testo Oplomachia Pisana del millesettecentotredici, erano costruiti in legno massiccio, dotati di due impugnature e realizzati secondo precise misure. A partire dal millesettecentosessantuno, fu introdotto l’obbligo di apporre un marchio di omologazione a fuoco su ogni targone, per assicurarne la conformità alle regole stabilite dal Commissario Granducale di Pisa.
I due esemplari donati rientrano in questa tipologia. Il primo targone, appartenente alla squadra di San Marco e datato millesettecentottantacinque, presenta su fondo ocra l’immagine di un leone alato con spada su un libro aperto, decorazioni floreali e il motto Forte e Duro. Sul retro sono visibili le due maniglie originali e il sigillo AVC con la data millesettecentottantacinque.
Il secondo targone, datato milleottocentosette, è attribuito alla squadra di Sant’Antonio e mostra un verro scuro in corsa su campo carminio, decorato con tralci fogliati e uno stemma ovale bianco e nero. Il sigillo VMN con la data milleottocentosette e la corona conferma l’autenticità del pezzo.
Entrambi sono realizzati in legno di pioppo, misurano circa centootto per ventitré centimetri e pesano tra due chili e quattrocento grammi e due chili e ottocento grammi. Il loro buono stato di conservazione è dovuto al fatto che, per oltre due secoli, sono rimasti appesi a una trave in un locale asciutto e ben ventilato nelle cantine dell’Abbazia di San Savino a Montione, all’epoca proprietà della famiglia Trivella, che li ritrovò negli anni settanta.
Il valore storico di questi due oggetti è significativo. Il targone del millesettecentottantacinque segna l’ultima edizione del Gioco nel periodo Granducale prima di una lunga sospensione. Quello del milleottocentosette rappresenta l’ultima edizione storica prima dell’interruzione definitiva. Entrambi hanno un valore culturale e identitario per la città, e sono stimati anche sul mercato antiquario, con una valutazione di circa mille euro ciascuno.
Per informazioni sulla mostra permanente o per proporre ulteriori donazioni, è possibile contattare l’assessorato alle tradizioni storiche del Comune di Pisa.
